Nella mattinata di sabato 8 giugno l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione nella chiesa parrocchiale di San Pietro a Ittiri. Alla celebrazione hanno partecipato anche i cresimandi della parrocchia di San Francesco, accompagnati da genitori, padrini, madrine e familiari.

Nell’omelia l’arcivescovo ha inizialmente dialogato con i cresimandi:

«Abbiamo detto che oggi la celebrazione della Cresima si inserisce nel quadro di una festa molto importante, il Cuore Immacolato di Maria. Quindi questa festa è significativa. Noi abbiamo ascoltato il Vangelo, che ci aiuta tanto a capire la nostra vita cristiana. Oggi abbiamo ascoltato una pagina particolare del Vangelo, che parla di Gesù quando era piccolo e stava con i suoi genitori, così come avviene anche per voi.

Gesù insieme ai genitori va a visitare la città di Gerusalemme, il luogo dove si celebrava la Pasqua. Si usava recarsi in pellegrinaggio al Tempio di Gerusalemme. Loro si recano a Gerusalemme con il desiderio di ascoltare la voce di Dio. Dio ha scelto di farsi uomo, di farsi creatura umana, è cresciuto, è maturato come tutti gli uomini. Si nasce, si viene nutriti, si viene educati e poi si fanno delle scelte. E Gesù ha fatto la scelta per la quale era nato: quella di essere il Cristo, il Salvatore del mondo.

Voglio sottolineare che Gesù è andato a Gerusalemme con i suoi genitori per conoscere Dio. Gesù si prende cura di tutti noi. Vi aiuterà d’ora in avanti in modo particolare per conoscere Dio. Il dono che ricevete oggi, il dono della Cresima, attraverso lo Spirito Santo vi aiuta a sapere chi è Dio, vi aiuta a scoprire un Gesù non astratto ma presente nella vostra vita.

Con la crescita inizia un tempo molto importante, che possiamo paragonare a questa esperienza che fa Gesù a Gerusalemme: inizia il tempo nel quale ci si vuole mettere alla scuola della sapienza, che è uno dei doni dello Spirito Santo.

Vedete, esiste un rapporto tra ciò che Gesù ha vissuto e ciò che voi vivete e viviamo anche noi. Seguire Gesù vuol dire mettersi alla scuola del Vangelo per avere la vera Sapienza, la Sapienza di Dio.Lo Spirito Santo ci aiuta a conoscere, ci dà il dono dell’intelletto, ci dà il dono della scienza, ci dà il dono del timore di Dio, della pietà, dell’amore per Dio. Quindi infonde in noi il desiderio di amare Dio. E questo dono che oggi voi ricevete è importante. Da soli non riusciamo a fare tutto il cammino.

Abbiamo bisogno che Dio ci dia una mano che ci accompagni, che Lui ci illumini perché lo Spirito Santo è colui che ci illumina, è la luce di Dio nella nostra vita. Dopo questo giorno, il cammino prosegue.

In questo giorno di festa, oggi ci sono i genitori, ci sono i padrini, le madrine, le nonne, i nonni. Anche Gesù è stato accompagnato a Gerusalemme.
Provate a pensare, Gesù, senza i genitori, come sarebbe potuto andare a Gerusalemme? Accompagnare è una parola che in questi anni della Chiesa è stata usata tante volte. Accompagnare è il compito dei genitori».

Poi, proseguendo l’omelia l’arcivescovo si è rivolto agli adulti:

«Voi, genitori cristiani, che avete chiesto alla Chiesa il battesimo per i vostri figli e oggi li accompagnate nella crescita, siete disposti ad accompagnare i vostri figli perché conoscano sempre più Dio e perché entrino in un rapporto di amicizia con Gesù? E che questo non venga visto come una legge esteriore, una norma, un semplice dovere, ma una scelta di amore?

I genitori di Gesù, a un certo punto, vivono l’esperienza che forse può capitare anche a voi. Non sanno dov’è più Gesù. Cosa fanno?
Anche i genitori terreni di Gesù si smarriscono. Quanto sarebbe bello che i genitori terreni di oggi alla domanda: “ma dov’è mio figlio?”, rispondessero: Mio figlio è in chiesa, al catechismo. Mio figlio è in chiesa ad ascoltare la Parola di Dio.

Esistono tanti cammini parrocchiali e pastorali che la nostra diocesi, come Chiesa unita, propone. Ci sono tante attrazioni nella vita dei ragazzi oggigiorno e non per forza sono in contrapposizione con Gesù. Il male nasce quando si assecondano le tante attrazioni e non c’è più spazio per Dio nella nostra vita.

Vi invito a diventare, e ci invitiamo tutti, come Gesù, rapiti dal desiderio di incontrare il Signore, di incontrare Dio nella nostra vita, nella nostra esistenza. E auguro a voi, genitori, di prendervi tutte quelle premure perché i vostri figli cerchino la loro vocazione, cioè la loro chiamata, la chiamata di Dio per ciascuno di loro.

Con questo spirito, con questa prospettiva incoraggio la comunità nel cammino di conversione pastorale. La conversione pastorale è questa. Questa è la costruzione pastorale, il cammino di sinodalità, il cammino insieme.

Con questo adesso proseguiamo invocando il dono dello Spirito Santo perché per chi lo riceve per la prima volta sia un dono che vi accompagni e noi preghiamo, che l’abbiamo già ricevuto, perché sia sempre vivo in noi, perché risvegli in noi quell’amore per Dio. E noi chiediamo alla Madonna che con il suo cuore di mamma ci accompagni ogni giorno».