Giovedì 14 novembre, nella Sala conferenze della Provincia di Sassari, in preparazione all’VIII Giornata mondiale di poveri, che si celebrerà Domenica 17 novembre, si è svolta una tavola rotonda organizzata dalla Caritas diocesana turritana sul tema: Quali cambiamenti per una società inclusiva. Le persone in stato di povertà: problema o risorsa?
L’incontro, moderato dal direttore del settimanale diocesano Libertà Antonio Meloni, ha offerto un’occasione importante per riflettere sui cambiamenti necessari affinché la società e il territorio siano più inclusivi, per tessere relazioni e rilanciare l’importanza di un lavoro di rete nel territorio. Alla tavola rotonda sono intervenuti la Dott.ssa Francesca Levroni, di Caritas Italiana, la Prof.ssa Maria Lucia Piga, dell’Università degli Studi di Sassari, il Dott. Donato Salis e la Dott.ssa Francesca Cola, membri del PLUS di Sassari e il Dott. Mirko Marongiu, Responsabile del Plus Anglona-Corso-Figulinas. Tra le testimonianze presentate, quelle della dott.ssa Lidia Lai, operatrice Caritas, e dell’assistente sociale dott.ssa Angelica Scano, coinvolte in una recente esperienza formativa organizzata da Fondazione Accademia e che ha coinvolto la Caritas di Sassari e il Centro Studi Erickson.

La chiusura dei lavori è stata affidata all’arcivescovo Gian Francoche, nel suo intervento, ha esortato ad andare oltre il momento dell’assistenza pura e semplice. Questo uno stralcio del suo intervento: «Non basta fornire un pasto caldo, occorre fare di più per migliorare la condizione delle persone in stato di povertà. Irelatori hanno citato la dimensione dell’incontro: questo è molto importante. La Caritas è frutto di una realtà che si incontra: la sinassi eucaristica è il ritrovarsi insieme. Questo aspetto credo sia tanto importante perché non trasformiamo l’identità di una Caritas che nasce dall’Eucaristia. Questa è l’anima della Caritas: dove c’è una comunità ecclesiale che si raduna c’è la carità. Questo, secondo me, differenzia la costruzione di una rete di carità rispetto ad una rete di sola organizzazione sociale. Laddove si celebra l’Eucaristia, quindi dove c’è una parrocchia, dove c’è una qualunque altra comunità, non può non esserci una esperienza di carità. Un altro aspetto fondamentale è quello della compartecipazione. È importante uscire dall’individualismo, dall’autoreferenzialità: andiamo verso nuovi orizzonti, siamo disposti a promuovere il cambiamento, apriamoci all’altro, diveniamo esploratori della realtà, esploratori di nuove significative leadership che promuovano un processo di crescita sociale. L’esperienza dell’esplorare mi sembra qualcosa di significativo. Spesso molte povertà sono frutto dell’assenza di una formazione. Incoraggio dunque a procedere, a proseguire in questo stile di territorializzazione, di partecipazione, di coinvolgimento, che deve andare oltre la logica del “si è sempre fatto così”». Richiamando il magistero di papa Francesco, l’Arcivescovo ha ribadito che la Chiesa deve essere aperta e presente, specie laddove il bisogno chiama e l’ultimo non può attendere. «Per fare questo – ha concluso l’arcivescovo Gian Franco – bisogna educare al pensiero ospitale».
Domenica 17 novembre la diocesi turritana celebrerà l’VIII Giornata mondiale dei poveri a Sassari, nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora del Latte Dolce.
