Sabato 5 ottobre l’arcivescovo Gian Franco, a Cossoine, nella chiesa parrocchiale di Santa Chiara, ha presieduto la Celebrazione eucaristica con il conferimento del sacramento della Confermazione
Nell’omelia, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, l’arcivescovo ha detto:
«Oggi abbiamo ascoltato una pagina del Vangelo nella quale Gesù parla delle persone che si avvicinano a lui con due atteggiamenti. Alcuni con l’atteggiamento delle persone che sanno già tutto e altri che si avvicinano con atteggiamento simile a quello dei bambini. Gesù apprezza ed elogia proprio l’atteggiamento di chi si pone davanti a lui con l’atteggiamento dei bambini che vogliono apprendere. Voi, cari ragazzi, per prepararvi alla Cresima avete fatto un cammino: il catechismo. Ecco, è stato sicuramente un cammino interessante con la guida del parroco. Avete avuto la gioia di un parroco e delle catechiste che vi hanno accompagnato.
Voi avete fatto un po’ quello che Gesù oggi dice nel Vangelo: vi siete accostati a lui per conoscerlo. Basta solo leggere il Catechismo per conoscere Gesù? No, bisogna frequentarlo. Basta aver ricevuto il battesimo per conoscere Gesù? No, occorre frequentarlo. Vedete, la prima cosa che oggi Gesù nel Vangelo ci dice è che desidera che noi ci avviciniamo a lui. Però ci dice anche con quale atteggiamento farlo: con l’atteggiamento del bambino.
Dal brano del Vangelo che abbiamo ascoltato apprendiamo che quelli che stavano con Gesù presumevano di conoscere tutto, anzi, di essere anche al di sopra di lui. In questo senso non c’è la disponibilità e questo può capitare a noi che siamo cristiani. Può capitare di pensare di essere arrivati a conoscenza di tutto con i sacramenti del Battesimo o della Cresima. Per conoscere Gesù occorre invece ascoltare la sua Parola. Ecco, questo è ciò che desidererei consegnare a ciascuno di voi.
Gesù desidera che noi ci avviciniamo a lui, desidera farsi conoscere. Ma ci chiede l’atteggiamento dell’ascolto, dell’accoglienza, proprio l’atteggiamento del bambino. Tutti voi avete bisogno di qualcuno che vi aiuti a crescere, avete bisogno dei vostri genitori. Gesù desidera parlare con noi: noi ascoltiamo la sua Parola. Si fa conoscere in un altro grande sacramento, nell’Eucaristia, che generalmente è detto “la comunione”. Questa parola, comunione, vuol dire incontro. Ancora una volta Gesù ci dice che le vie che ha scelto per farsi conoscere da noi sono quelle dell’incontro. La Messa domenicale è una bella occasione per incontrare Gesù. Gesù ci attende tutte le domeniche, in modo speciale, quando si celebra la Messa. Poi ci attende sempre, in ogni istante, durante il giorno. Possiamo rivolgerci a lui con la preghiera, oppure leggendo il Vangelo, con il desiderio di conoscerlo. Gesù parlerà al vostro cuore. Questa è un’altra via importante: trovare nelle nostre giornate un momento per prendere il Vangelo e ascoltare la sua Parola.
Tra un po’ il Vescovo imporrà le mani su di voi e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è dato in dono, è un dono che occorre ricevere. Ritorna così ciò che Gesù nel Vangelo ci ha insegnato: lui si dona a noi e noi siamo invitati a riceverlo, ad accoglierlo. È bello questo modo di fare di Gesù che viviamo concretamente ora nella Messa. Lui si dona a noi e ci invita a riceverlo. E qual è il grande dono che oggi vi farà? Il dono dello Spirito Santo. Dio stesso si dona a ciascuno di noi.
Ecco, allora questo dono di Dio: Dio stesso viene ad abitare nel nostro cuore, viene ad abitare nel nostro cuore perché desidera dialogare con noi. Ci dice di rivolgere una preghiera allo Spirito Santo perché ci faccia conoscere sempre più Gesù. Lo Spirito Santo ci è donato perché noi sentiamo la presenza viva di Dio nella nostra vita, nella nostra esistenza. E lo Spirito Santo, infatti,ci guida e ci accompagna.
Adesso proseguiamo celebrando l’Eucarestia con l’atteggiamento di chi desidera ricevere il grande dono. Questo è importante, vedete, non solo per i cresimandi, ma è importante per ciascuno di noi, in ogni età. Noi possiamo pensare di avere già raggiunto tutte le mete, di essere già bravi, di essere già adulti, e invece siamo sempre in cammino. In fondo Gesù, nel Vangelo, a coloro che lo mettono alla prova quale legge vuole insegnare? La legge dell’amore!
Gesù utilizza un’immagine per insegnare questa legge: la vita della famiglia, l’unione tra uno sposo e una sposa. Gesù dice proprio questo: la legge di Dio la si può capire guardando la dinamica della relazione tra uno sposo e una sposa, cioè guardando la legge della famiglia, la legge dell’amore. E quindi, tutti gli altri precetti senza l’amore si possono capire? No. La vita dei cristiani senza l’amore di Dio si può capire? No. La vita dei cristiani senza l’amore tra noi si può capire? No. Ecco, vedete. Quelli che stavano davanti a Gesù si sentivano tanto grandi che non riuscivano a capire la legge dell’amore. Occorre dunque prendere esempio dai bambini, perché il bambino generalmente ha bisogno di tanto amore. Dio ci dice questo: senza amore non si cresce nella vita umana e nella vita cristiana».
