Si è conclusa nel pomeriggio di sabato 2 dicembre la visita pastorale dell’Arcivescovo Gian Franco Saba che ha coinvolto le comunità di Cossoine, Bonorva e Giave. La visita era cominciata domenica 29 ottobre con la Santa Messa nell’Abbazia di San Pietro di Sorres. La celebrazione interparrocchiale è stata presieduta dall’Arcivescovo alla presenza di don Pietro Faedda, padre Pinuccio Solinas, don Salvatore Fois e padre Emilio Magana nella chiesa della Natività di Maria a Bonorva. La Santa Messa è stata animata dal coro parrocchiale.
“Il Dono della fede che ho potuto vivere in queste settimane nelle comunità visitate è il primo motivo di gioia nella visita pastorale – ha detto monsignor Saba ai fedeli nel corso dell’omelia -. Siamo in cammino verso il Natale, il Papa ci invita a preparare un piccolo presepe in ogni casa: abbiamo bisogno di riscoprire l’incontro di Dio con noi, riconoscere Gesù. Rendo grazie al Signore perché nei tanti volti incontrati ho percepito la fede genuina del popolo di Dio, ho incontrato volti provato dal dolore e dalla sofferenza, ho potuto toccare la fede pura dei bambini, ho incontrato chi quotidianamente tiene nelle nostre chiese accesa la lampada della fede, piccole, vere, vive realtà. Ho toccato con mano la presenza, come una lampada vigilante, dei parroci dediti alle comunità che vivono il fenomeno dello spopolamento. Vi è un’altra problematica che è legata allo spopolamento dalla fede in Cristo, non possiamo fare finta di niente. Chiediamoci chi è Cristo per noi, c’è bisogno di un rinnovato incontro con Cristo. La Chiesa deve costituirsi in uno stato permanente di missione. Sono qui per responsabilizzare chi c’è, non per rimproverare gli assenti. Pensiamo di poter vivere la fede come si viveva cinquanta, sessant’anni fa. Costituiamoci in stato permanente di missione per chiedere al Signore ciò che il popolo d’Israele chiede al suo Dio: vieni a salvarci, visita questa vigna. È la preghiera del Popolo di Dio. La visita pastorale serve a risvegliare la missione, riscoprire la bellezza dell’evangelizzazione. Avanti con responsabilità, non vi sembrino troppe le chiamate a scendere in campo. Bisogna riprendere il cammino, tutte quelle forme di presenza nella vita quotidiana per portare Gesù. Abbiamo troppe parrocchie e poca parrocchia, questo è il fenomeno della dispersione del popolo di Dio, la via della convocazione è utile ad arginare questo problema. Gli artigiani di comunità sono linfa vitale per la nostra Chiesa. Li invito a meditare, a leggere il segno dei tempi. Riscopriamo la via della convocazione, guardiamo la realtà con la fiducia che il tempo di avvento ci dona: che Cristo sta per arrivare”.

