Con la celebrazione nella chiesa di San Bartolomeo a Ossi si è conclusa domenica 5 marzo la visita pastorale nelle comunità di Tissi, Ossi, Muros e Cargeghe. L’eucaristia presieduta dall’Arcivescovo Saba è stata concelebrata da don Felix Mahoungou, don Fabio Nieddu, don Matteo Bonu e don Matteo Jianping Jian. Presenti i sindaci dei quattro centri coinvolti: Giovanni Maria Budroni per Tissi, Pasquale Lubinu per Ossi, Federico Tolu per Muros e Antonio Ruiu per Cargeghe. Hanno partecipato anche le autorità militari. “Oggi terminiamo gli appuntamenti della visita pastorale nelle comunità di Tissi, Ossi, Muros e Cargeghe ma ciò che non si interrompe è il percorso, il cammino all’insegna della sinodalità che tutti insieme stiamo compiendo. Il tocco di Gesù è un tocco di resurrezione. Come Chiesa siamo chiamati a compiere una missione di Pasqua, di trasformazione alla luce del tocco di Gesù. Oggi, in questa riunione, vedo il segno della resurrezione, un’uscita, abbiamo compiuto il gesto concreto di rimanere insieme. Siamo chiamati a mescolarci, incontrarci, sostenerci, accompagnarci gli uni con gli altri come ci ricorda Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium“.

“Le peculiarità di ogni territorio – ha ribadito l’Arcivescovo – sono chiamate ad essere valorizzate ma il Signore ci chiama verso una famiglia allargata, una grande nazione. Conversione pastorale parte dal basso, il sinodo è un’azione che parte dal basso. Accogliamo l’invito del Papa che si rivolge ad ogni battezzato a rinnovare il suo incontro personale con Gesù Cristo, la visita pastorale invita a rinnovare incontro personale con Gesù, a riscoprire la bellezza del risorto: generare all’interno della peculiarità di ogni individuo. Risvegliamo il “grande gigante dormiente”, tutti quei battezzati laici che fanno parte della grande famiglia di Dio ma non si sentono coinvolti, bussiamo alle loro porte. Siamo chiamati da Dio a metterci in cammino senza sosta, nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Invito le parrocchie a trasformare la comunità in cantieri sinodali, veri luoghi di presenza e ascolto. Il parroco, in questo, deve essere aiutato dai fedeli, dai laici battezzati. Occorre rigenerare e promuovere alcune ministerialità nelle nostre comunità: artigiani di comunità, animatori di gruppi , responsabili degli oratori ma anche i discepoli missionari. Riscopriamo anche i ministeri dell’ospitalità, della cura della persona, dell’educazione e della formazione perché nelle chiese frammentate è fondamentale ripartire da questi pilastri. Facciamolo tutti insieme perché nessuno si salva da solo”, il messaggio contenuto nell’omelia.

Prima della celebrazione l’oratorio della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo ha ospitato l’ultimo appuntamento della visita pastorale dedicato ad associazioni, gruppi e realtà attive sul territorio. Hanno partecipato all’incontro il consiglio pastorale e gli operatori della carità di Ossi, i Gruppi delle Vincenziane, di Padre Pio, della Nuova Gerusalemme, Effatà, Azione Cattolica, lettori, comitati e confraternite. “Opportuno coltivare questi momenti di incontro condiviso, si riscopre che sono molti gli elementi in comune nonostante la specificità di ogni gruppo. La sinodalità è la ricerca di elementi basilari che ci tengono insieme ed è un aspetto rilevante anche per il ricambio generazionale. Troppe volte presentiamo non una comunità dai molti colori ma una comunità frammentata e questo non attrae. Occorre abbracciare, accogliere con determinazione e fiducia in modo tale che nessuno si senta appiattito, i vari colori di una comunità devono rimanere. Intendo incoraggiarvi, tutti facciamo parte del rilancio del percorso sinodale e della conversione pastorale”, le parole dell’Arcivescovo.

Sabato 4 marzo nella chiesa parrocchiale di Cargeghe si è svolta la celebrazione eucaristica di ringraziamento, a conclusione della visita, con i fedeli delle due comunità parrocchiali di Muros e Cargeghe. Presenti i fedeli, le associazioni e i rappresentanti delle rispettive amministrazioni comunali.