Aspiriamo al carisma più grande
ANNO C – IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Ger 1,4-5.17-19 | Sal 70 | 1Cor 12,31-13,13 | Lc 4,21-30
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
La Parola di Dio non cambia, è stabile, resta per sempre; passeranno i cieli e la terra, ma non passerà ciò che Lui ci ha voluto rivelare per mezzo dei profeti e -soprattutto- nella persona divina del suo Figlio. Eppure nella pagina evangelica di oggi possiamo osservare come a “cambiare” non sia la durezza del cuore umano o la tendenza ad aderire alla fede in maniera formale e esteriore: l’unico a “cambiare” è Gesù. Rifiutato il suo insegnamento nella sinagoga, il Cristo sfiora la morte violenta, e mostra come il rigetto si stia trasferendo pian piano dal suo messaggio alla sua persona, progressivamente. L’esperienza della “scomunica” è anche quella che affronterà Geremia, sino al suo martirio che -per tradizione- è collocato in Egitto, fuori dai complicati confini di una terra sempre teatro di conflitti. Chiunque voglia restare fedele all’appello di Dio deve considerare la possibilità di essere accomunato in questo duro percorso ai profeti antichi e moderni, nella sofferenza di essere giudicato “scomodo”, senza per questo perdersi d’animo, cedere al logorio sottile e costante della frustrazione: scomparirà la fede, un giorno, e con essa l’incredulità; sparirà la speranza, un giorno, e con essa la disperazione; ma non sarà cancellata la Carità, l’amore che in Dio è e resta stabile.
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