Una parola di affetto per Giovanni “Sparta” e l’invito: «Io vi aspetto»
Martedì 31 dicembre, nella Cattedrale di Sassari, si sono svolte le esequie di Giovanni Fresi. Presiedeva la funzione il parroco mons. Carta, concelebrante don Felix Mahoungou parroco di Ossi. A conclusione della Messa, l’arcivescovo Gian Franco ha voluto lasciare un messaggio a tutti i presenti, prima che uno stormo di palloncini bianchi inondasse il cielo di Sassari: «Tra noi c’è un legame: deriva da Cristo. È questo che ci fa trovare insieme oggi, che ci fa scoprire forse delle relazioni che non conosciamo, perché non sono molto visibili ma sono vere relazioni dello spirito».
Mons. Saba ha ricordato il suo arrivo a Sassari, quando espresse il desiderio che la diocesi dedicasse luoghi di incontro, di ascolto, di presenza ai giovani: «Spero di potervi incontrare presto personalmente, perché tra noi nasca un dialogo più ravvicinato, una conoscenza più profonda. Oggi abbiamo bisogno di luoghi di incontro e di confronto, di apertura del cuore, per ritornare in noi stessi, per dedicarci un tempo, per riconoscerci davanti a quel Dio che in questo momento può apparire incomprensibile di fronte al mistero di un dolore così grande e profondo. E penso soprattutto a voi cari familiari di Giovanni: abbiamo tutti bisogno di un tempo e di uno spazio per ritornare a stare insieme come famiglia».
Di fronte allo smarrimento del cuore dei più giovani, in un momento di lutto che riguarda tutti, mons. Saba ha voluto incoraggiare i presenti ricordando la sua vicinanza e la vicinanza della Chiesa: «Non siete soli, siete con Cristo, siete di Cristo, come Giovanni è di Cristo. È nel suo grembo, tra le sue braccia, nella sua Pasqua, come ci è stato ricordato all’inizio della Messa. Il Dio-con-noi che si è fatto bambino, che abbiamo celebrato in questo Natale, si è fatto fragile, si è fatto umile per dirci che lui è vicino a noi. Voi tutti sapete quanto nella vita ci sia bisogno di affidarsi e di avere qualcuno che ci accoglie: cari giovani, una vita non affidata è sovraesposta ed io vi invito ad affidarvi a Cristo, invito la nostra Chiesa, il nostro territorio, perché tutti possiamo essere punti di riferimento e di affidamento gli uni per gli altri. Affidiamoci gli uni agli altri».
«Giovanni ci dà questa opportunità -concludeva il vescovo- triste, dolorosa, difficile da elaborare, ma da consegnare a Dio in questo momento… noi abiamo la responsabilità degli uni verso gli altri ed io vi attendo tutti per conoscervi meglio, in un’occasione che ci vedrà meno agitati dalla forza del dolore e dell’emozione di questo momento».