Al termine della celebrazione eucaristica di sabato 22 marzo, l’arcivescovo Gian Franco, ha incontrato i fedeli in un’assemblea parrocchiale svoltasi nell’ambito della visita pastorale. Un momento di dialogo franco, durante il quale l’Arcivescovo ha affrontato con chiarezza gli argomenti emersi nella comunità, offrendo parole di ascolto e orientamento.
L’arcivescovo Gian Franco ha voluto, innanzitutto, rassicurare i presenti che la visita pastorale è un segno di vicinanza del pastore, della diocesi come famiglia verso la vita della parrocchia: «Attraversiamo un tempo che Papa Francesco chiama di conversione personale e pastorale. I problemi di cui si parla oggi, e che vengono rappresentati, alcuni sono espressione del contesto sociale attuale, altri possono essere remoti e far parte della storia di una comunità, che non nasce con un solo parroco ma attraversa il tempo, gli anni».

L’Arcivescovo ha poi tracciato un breve bilancio del ministero di don Giovannino, in questo periodo con poca salute, subentrato a don Sau dopo le sue dimissioni: «È arrivato con grande spirito di servizio e ha sempre operato per l’unità. Non ha mai legato le persone a sé e ha mantenuto un dialogo costante con la Curia».
Sul futuro della guida pastorale, l’Arcivescovo ha chiarito che ogni decisione sarà presa con equilibrio e attenzione alla persona: «Un sacerdote non è un oggetto da spostare. Quando un prete non sta bene, non lo si può semplicemente mettere da parte. Anche il Vescovo è chiamato ad agire come padre, tenendo conto del bene del singolo e della comunità. A volte servono tempo, discernimento e pazienza».
L’Arcivescovo ha quindi inquadrato il momento attuale nel più ampio percorso di rinnovamento pastorale intrapreso dalla diocesi: «La scarsità di sacerdoti ci spinge ancor di più a camminare insieme. Promuovere le ministerialità, favorire quel dinamismo missionario che papa Francesco sintetizza così: ogni battezzato è una missione, tutti siamo discepoli missionari. E’ ben evidente che questo non significhi che non siano più necessari i presbiteri, ma forse occorre snellire la fatica di un parroco da incombenze che possono svolgere laici ben preparati e con spirito di servizio missionario. La sinodalità non è solo uno slogan, ma un cambio di mentalità. Le parrocchie non devono essere in competizione tra loro, ma imparare a collaborare e sostenersi a vicenda».
Infine, l’Arcivescovo ha ringraziato Don Gianni, che in questo tempo accompagna la comunità, garantendo con dedizione il cammino ordinario della parrocchia. A tutti i presenti ha rivolto un invito a vivere questo tempo con spirito di preghiera e fiducia. Riprendendo l’intervento di una signora, l’Arcivescovo ha concluso: «Senza amore non si costruisce una comunità. Serve serenità, collaborazione e la consapevolezza che il cammino della parrocchia non si chiude con una persona. Preghiamo insieme perché il Signore ci illumini nella ricerca di soluzioni e ci guidi in questo tempo di cambiamento».