Nella mattinata di mercoledì 30 ottobre, nel corso della Visita pastorale a Thiesi, l’arcivescovo Gian Franco, accompagnato da don Luigi Casula e don Piero Paules, ha incontrato gli ospiti e il personale della comunità alloggio “Casa Peppina Clivio”, dove ha presieduto la Celebrazione eucaristica.
Di seguito riportiamo uno stralcio dell’omelia tenuta dall’Arcivescovo.
«Cercare il bene: questo è l’impegno della nostra esistenza. Noi che guardiamo a Gesù con il desiderio di vivere in amicizia, ci chiediamo qual è il senso di questa stagione della vita, quando arriva la vecchiaia, quando non ci sono tante forze, tante energie. Quella che state vivendo è un’età nella quale si può fare del bene. Tutto il bene compiuto è nelle mani di Dio e nulla viene messo da parte.
Quale bene fare oggi? Ecco, io lo sintetizzerei così: pensare agli altri anche nel tempo del dolore, anche nel tempo della sofferenza. Quando ci sono le malattie, ci sono le sofferenze, ci può essere la tentazione di rinchiuderci in noi stessi e di non aprirci agli altri. E allora ecco che in questo tempo si può partecipare, fare del bene all’umanità, alla Chiesa, ai nostri cari, offrendo ogni giorno, in comunione con Gesù, le sofferenze, le fatiche, le prove, e chiedendo a Lui la grazia della fiducia, della speranza. Se noi lochiediamo, il Signore fa sentire la sua presenza.
Quindi l’età anziana non è un tempo inutile, ma è un tempo importante, è un tempo positivo. Questo è l’incoraggiamento che vi faccio. Molti di voi sicuramente recitano anche il rosario o altre forme di preghiera: questo fa tanto bene alla Chiesa, all’umanità, oltre che a chi lo recita.
C’è un tema che oggi la Parola di Dio ci pone: quello di amare tutte le persone, a prescindere dal loro stato sociale. In Gesù ogni persona è amata, in Gesù ogni persona ha un valore. Nella Parola proclamata si dice della schiavitù al tempo in cui l’Apostolo ne ha parlato. Anche oggi ci sono nuove schiavitù. Nel cuore dell’uomo c’è sempre il rischio e la tentazione di rendere schiavo il suo simile. Ecco, questi luoghi di cura dell’anziano sono luoghi di libertà, dove la malattia, la vecchiaia, la debolezza non devono diventare ceppi di schiavitù, ma luoghi di amore. La Parola di Dio ci suggerisce questo.
Chiediamo l’aiuto della Madonna perché si promuova sempre più un apostolato per le persone fragili, in difficoltà e che sarebbero costrette a vivere nella schiavitù di una sedia, di un letto, di una situazione di indigenza. Affidiamo alla Madonna il nostro cammino».
Al termine della Celebrazione l’Arcivescovo ha fatto visita aglianziani e agli ammalati nelle loro abitazioni.