Martedì 29 ottobre l’Aula Magna del Centro di Alta Formazione G.B Manzella, a Sassari, ha ospitato l’evento culturale “Sazietà e fame – Riflessioni sul potere del cibo e le sfide alimentari del domani”, promosso da Fondazione Accademia Casa di Popoli, Culture e Religioni in collaborazione con l’Ufficio missionario diocesano.

L’arcivescovo Gian Franco, nel suo intervento, ha detto: «Ringrazio Massimo Pallottino, Rappresentante di Caritas italiana,per aver accolto l’invito a condividere con noi, questa sera, un momento di riflessione. È importante portare avanti questa pedagogia di tavoli di lavoro congiunti, che la Chiesa sta sempre più scoprendo, non solo come una prassi sinodale teologica, ma anche come un’esigenza di approccio ai problemi della realtà. Parlare di cibo, di sfide alimentari soltanto in una visione unicapotrebbe essere la tentazione oggi di tanti scritti, di tante riviste, di tante news che si vanno a consultare, forse legate al concetto di benessere molto generico, molto incompleto. Noi invece siamo qui per discutere su un approccio globale al tema che poi presenterà molto bene il direttore generale della Fondazione Accademia e direttore della Caritas diocesana. Ringrazio ancora tutti voi per la disponibilità e la partecipazione».

Nella sua relazione, Massimo Pallottino, Rappresentante di Caritas Italiana, ha analizzato il tema del potere del cibo tra contraddizione e sostenibilità. Di seguito riportiamo uno stralcio del suo intervento:«Dobbiamo pensare al tempo in cui viviamo come un tempo di conflitti in cui il cibo è diventato vettore di crisi finanziaria.Pensiamo, ad esempio, al periodo Covid che ha fatto sì che aumentasse la povertà alimentare. Il cibo si trova in mezzo a tutti i conflitti che viviamo. Tra i punti nodali che segnano la nostra epoca ci sono le disuguaglianze crescenti, gli effetti del cambiamento climatico che impedisce di produrre cibo in diversi territori, vivere il tempo della paura e della rabbia. Mi riferisco alle migrazioni. Siamo in un cambiamento d’epoca fatto di cambiamenti velocissimi e interconnessi che ciascuno di noi vive “da dentro”. Occorre quindi trasformare i segni dei tempi in segni di speranza per il genere umano. Il cibo rappresenta tante cose diverse e perciò si fa fatica a racchiuderlo in un’unica categoria: merce, simbolo, arma, relazione, cultura, diritto, marcatore di status, nutrizione. La mancanza di cibo significa fame. Dal 2013 la fame è sempre in aumento in tutto il mondo. Che cosa dobbiamo fare per lottare contro la fame? Si possono fare tante cose diverse, ma bisogna tenere conto di alcuni elementi: la produzione non è collegata all’insicurezza alimentare, l’aumento dell’obesità in tutte le fasce d’età, l’aumento dello spreco alimentare».

L’incontro è stato moderato da Antonello Spanu, direttore generale della Fondazione Accademia e direttore della Caritas diocesana.