Parrocchia Sacro Cuore, a Sassari: Celebrazione eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione

1 Luglio 2024 | primo piano

Nel pomeriggio di domenica 30 giugno, nella parrocchia del Sacro Cuore, a Sassari, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione.
Nell’omelia l’arcivescovo Gian Franco si è rivolto direttamente ai cresimandi:


«Abbiamo ascoltato una bella pagina del Vangelo nella quale Gesù viene cercato da qualcuno. A cercarlo è il capo della sinagoga perché è preoccupato per sua figlia. Quando un figlio sta poco bene, i genitori lo aiutano, lo curano, si prendono cura di lui. Ecco, c’è un papà, c’è una famiglia dove si presenta una situazione di difficoltà, un problema di salute. Questo genitore si prende cura della famiglia e della propria figlia. È bello quando un genitore si prende cura di un figlio. Ed è bello far sentire anche ai genitori di essere felici quando loro si prendono cura di voi.
Mettiamo in evidenza un aspetto importante. Gesù non rimane indifferente di fronte alla richiesta di questo genitore, ascolta la preghiera di questo padre di famiglia. Si reca a casa sua, compie un gesto importante, entra nella casa di una persona esprimendo amicizia, accoglienza, conoscenza, vicinanza, affetto. Gesù ascolta le nostre preghiere. Quando questo papà si avvicina da Gesù si prostra a lui, compie un atto di fede. Questo papà compie un gesto che non si fa verso i propri simili ma solo verso Dio. Gesù lo ascolta ed entra nella sua casa. Questa è una scena di una famiglia: ci mostra due bei quadri, quello dei genitori che si prendono cura dei figli e poi quello di Gesù che si prende cura delle persone in difficoltà. Gesù è attento alle nostre richieste.
Anche noi abbiamo una casa dove gli uni si prendono cura degli altri e questo è importante. Qualche volta ci può essere un po’ di indifferenza, un po’ di pigrizia, un po’ di distrazione. Come abbiamo ascoltato, Gesù prende a cuore la preghiera dei genitori e questo credo sia quanto di più bello noi possiamo scoprire nella nostra vita: che tra la famiglia naturale e il nostro rapporto con Dio non vi è separazione. Gesù stesso desidera che la famiglia stia unita serena e che ci si prenda cura gli uni degli altri.

Per arrivare alla giornata di oggi i vostri genitori si sono presi cura per prepararvi alla Cresima. Hanno pensato che fosse importante farvi un dono, chiedere alla Chiesa un dono. Il dono di che cosa? Dello Spirito Santo. Così, come quando siete nati hanno chiesto alla Chiesa il dono del Battesimo, hanno chiesto alla Chiesa i doni che solo Gesù può dare. Gesù è rappresentato dal Papa che è in comunione con noi e voi oggi riceverete il dono dello Spirito Santo tramite la figura del Vescovo, che è vicino alla comunità.
La vostra famiglia vi ha preparato a vivere questa giornata e lo ha fatto insieme ai padrini e alle madrine. In questi anni vi hanno accompagnato catechiste, catechisti e il parroco. Tante persone nella Chiesa, che possiamo paragonare ad una casa, si prendono cura le une delle altre. Il progetto di Gesù per ciascuno di noi è che ci mettiamo in cammino. Gesù desidera che noi siamo persone che non stanno ferme ma che vivono la vita in cammino. Questo cammino avrà una meta ultima: la risurrezione. Gesù usa una parola importante quando invita la ragazza ad alzarsi. Le dice di “mettersi in piedi”. Questa è la parola della risurrezione.
Lo Spirito Santo vi viene donato per trascorrere la vita in cammino. Ricevete il dono dello Spirito Santo perché possiate fare della vostra vita un cammino, perché non soffochiate la vostra vita e la vostra fede, ma diventiate delle persone che si mettono in cammino. Ecco, allora chiediamo questo a Gesù.


Voglio lasciare un messaggio anche ai più grandi, ai papà, alle mamme, ai padrini, alle madrine, agli educatori della parrocchia. Talvolta per i figli si cercano tante cose, alcune buone altre non così necessarie, ma ve ne sono alcune essenziali che in quel capo della sinagoga, quel papà e quella mamma, vanno a chiedere: che la loro figlia cammini, viva, non rimanga a letto. Ecco, io penso che sia importante fare nostro quello che Papa Francesco ci ricorda: occorre fare un’alleanza educativa globale. C’è un’alleanza educativa universale, delle potenze, delle grandi istituzioni, ma ce n’è una anche in parrocchia, tra famiglie, gruppi, associazioni, tra il parroco, gli educatori, i catechisti. Il dono dello Spirito Santo, che oggi noi invochiamo, è perché ciascuno possa fare della propria vita e realizzare nella propria vita il progetto di Dio. Perché ciascuno faccia della propria vita un cammino, accompagnato dall’aiuto dello Spirito Santo».

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