Nel pomeriggio di venerdì 28 giugno l’arcivescovo Gian Franco, nella parrocchia di San Giovanni Bosco a Sassari, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione.
Nell’omelia, dialogando con i cresimandi, l’arcivescovo ha detto:
«Oggi celebriamo una festa particolare, che ci viene ricordata dal colore liturgico rosso. Si tratta della festa dei Santi Pietro e Paolo, entrambi apostoli. Pietro conobbe Gesù direttamente. Egli aveva anche un altro nome, che abbiamo ascoltato nel Vangelo: Simone. Paolo invece è giunto un po’ dopo; proveniva dalla tradizione spirituale e culturale di Gesù.
C’è stato un momento nel quale Pietro ha iniziato il suo cammino per conoscere Gesù, che gli ha rivolto un invito e gli ha proposto di seguirlo. Pietro era un pescatore. Gesù lo invita quando passa lungo la riva del lago. Ecco, Gesù invita Pietro. Questo è lo stile di Gesù. Lo stile di Gesù è quello di passare accanto alla nostra vita per rivolgerci un invito, per invitarci a seguirlo. E che cosa ha fatto Simone? Ha colto l’invito. Anche Pietro ha avuto delle difficoltà in alcune circostanze a Seguire Gesù: la più grande difficoltà l’ha incontrata quando ha rinnegato, per tre volte, il nome di Gesù. Perché l’ha fatto? Perché aveva paura; la paura l’ha spinto a rinnegare Gesù per salvarsi da morte.
Pietro aveva difficoltà ad accettare era che Gesù andasse sulla croce, che morisse in croce. Gesù, infatti, è morto in croce per salvarci. Pietro faticava a capire questo grande atto di amore di Gesù. Dopo che Pietro ha rinnegato Gesù per paura, Gesù gli ha comunque riproposto di seguirlo. Quesro l’abbiamo ascoltato oggi nel Vangelo.
“Tu mi ami?” È come se Gesù lo pronunciasse e lo dicesse a noi. Chissà quante volte ci pensiamo. È bello sentirsi dire questo. Perché è Gesù, il figlio di Dio, è Dio che ci chiede se lo amiamo. E lui che cosa si aspetta da noi? Che lo amiamo. Vedete, oggi Gesù, proprio perché ci ama e perché vi ama, vi fa un grande dono. Il dono che ha fatto anche a Pietro e Paolo: lo Spirito Santo. Nella vita si può cambiare, si può avere una fede debole, una fede fragile e poi si può avere una fede forte. Ma chi ci dà la fortezza nella fede? Lo Spirito Santo.
La nostra vita è un cammino di crescita. Il Signore ci accompagna in questo cammino anche quando siamo deboli e fragili, per aiutarci ad essere dei buoni testimoni. Oggi non sempre è facile essere dei buoni testimoni di Gesù. Ci possono essere appunto delle paure, ci possono essere dei dubbi, ma lo Spirito Santo ci aiuta a camminare e crescere. Pensate, da quel lago della Galilea, dove arrivò Pietro? Arrivò a Roma. Viaggiare in quei tempi era molto difficile, pericoloso, richiedeva molto coraggio. Lo Spirito Santo ha dato a Pietro quel coraggio che prima non aveva. Ecco, è così anche per noi. Possiamo passare da essere cristiani paurosi ad essere cristiani coraggiosi, cristiani che testimoniano il Vangelo.
Ora ci prepariamo per ricevere questo grande dono dello Spirito Santo. Per noi adulti, che l’abbiamo già ricevuto, questo dono è un’occasione per chiedere che lo Spirito Santo sia arrivato nei nostri cuori per renderci dei cristiani veramente coraggiosi, meno timidi, meno chiusi, più disponibili, più missionari, più discepoli missionari, come direbbe Papa Francesco. E questo lo si può fare ovunque: a casa, in famiglia, nel posto di lavoro, nei posti di svago. Lo si può fare in parrocchia. Oggi c’è un po’ di distrazione per la vita parrocchiale. Riscopriamo l’importanza della Messa Domenicale, rimettiamola al primo posto. Lo Spirito Santo ci può aiutare a cambiare, a capire cosa deve stare al primo posto».
(Crediti fotografie: Daniele Careddu, segreteria parrocchia San Giovanni Bosco)