Con la Celebrazione eucaristica interparrocchiale nella chiesa di Santa Vittoria a Siligo è cominciata questo pomeriggio la Visita pastorale dell’arcivescovo Gian Franco nelle comunità di Siligo, Bessude e Banari. Presenti i sindaci e i sacerdoti dei tre comuni coinvolti, le autorità militari, associazioni e comitati religiosi. A fare gli onori di casa il parroco don Davide Onida. Durante la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo ragazzi e ragazze di Siligo hanno ricevuto il sacramento della Confermazione.
<< Un caro saluto alle comunità di Siligo, Banari e Bessude che sono riunite qui oggi per questo momento interparrocchiale di apertura della visita pastorale. Un saluto speciale voglio rivolgerlo a coloro che oggi si apprestano a ricevere il sacramento della Confermazione>> – il saluto del vescovo prima dell’inizio della Santa Messa.
Nell’omelia l’arcivescovo ha detto:
<< Possiamo capire il senso della Visita pastorale attraverso la Parola di Dio. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Luca ci ricorda che i discepoli sono radunati intorno a Cristo. Il vescovo nella Visita pastorale viene per annunciare il Vangelo della Risurrezione, ricordare alle comunità che noi crediamo che Gesù è risorto, ed è in mezzo a noi. Gesù vuole che noi riscopriamo queste due dimensioni. Egli è in mezzo a noi affinché possiamo nutrirci del suo cibo. Respiriamo come Chiesa la Visita pastorale per affermare che Gesu è in mezzo a noi. È importante attivare cammini di incontro con il Risorto, processi di conversione pastorale. Il vescovo viene nelle comunità per sollecitare un rinnovato incontro con Gesù. Questo ce lo chiede anche Papa Francesco: riscoprire Cristo come persona viva, come Colui che sta in mezzo a noi. Cristo sta al centro di ogni comunità. Luca, nel Vangelo, ci ricorda che Cristo sta in mezzo ai discepoli. Ecco, anche noi mettiamo in mezzo a noi Cristo: tutti siamo di passaggio, Cristo deve essere il centro. Incoraggiamo le nostre comunità affinché si affidino totalmente al Signore. La fede è un cammino, non è facile. Crescere nella fede è un aspetto che la Visita pastorale intende promuovere. La logica di crescita di una comunità cristiana deve allontanarsi da “Gesù è morto” per spostarsi a “Gesù è vivo”. Il cammino che il Signore ci chiede di fare è quello di riconoscere la sua presenza viva. Gesù pone una domanda ai discepoli: “Avete del cibo?” – per poi mangiarlo davanti a loro. Questo è un richiamo importante: il corpo di Cristo si nutre di una porzione che i discepoli gli donano. La Chiesa del Risorto si nutre del pane dello Spirito. Il dono dell’Eucarestia è un elemento essenziale della comunità cristiana. La Visita pastorale incoraggia nella fede, sostiene, richiama all’unità, alla comunione. Le nostre parrocchie non sono isole, sono parte di un unico corpo, della Chiesa Turritana che è parte della Chiesa universale. Oggi, la presenza di tanti sacerdoti delle varie comunità è il segno di una Chiesa che cammina insieme, di comunione: il segno di una fede autentica. Stare insieme, in comunione, nella diversità di doni, carismi e ministeri è un segno importante. Nei prossimi giorni potremo discutere meglio del percorso che come Chiesa stiamo percorrendo. Grazie per lo spirito di collaborazione e partecipazione che state dimostrando, per riscoprire che la Chiesa non è fatta da una sola persona ma da tanti discepoli missionari. Impariamo ad essere discepoli missionari del Risorto. “Di questo voi siete testimoni” – è il lascito di Gesù ai discepoli. Così anche noi abbiamo un mandato: essere suoi testimoni>>.
Poi, nel dialogo con i cresimandi l’arcivescovo ha aggiunto:
<< Il dono dello Spirito Santo ci ricorda che abbiamo sempre bisogno di Dio, affinché ci aiuti a riconoscerlo. I discepoli hanno avuto difficoltà a riconoscere Gesù risorto. Ecco, lo Spirito Santo è il dono di Dio che fa un passo verso di noi per aiutarci a riconoscerlo. Dio viene incontro a noi, questa è la missione della Chiesa. Una Chiesa in uscita che va incontro alla comunità. Serve affrontare i dubbi, chiedere la luce al Signore per divenire una vera Chiesa in uscita. Le nostre parrocchie siano cenacoli dove si incontra il Risorto per poi uscire e incontrare chi attende la nostra testimonianza>>