Nella mattinata di oggi, mercoledì 20 marzo, l’Arcivescovo Gian Franco Saba ha presieduto la Santa Messa interforze in preparazione alla Pasqua nella parrocchia Nostra Signora di Latte Dolce a Sassari alla presenza delle autorità militari della città.
Nell’omelia l’arcivescovo ha sottolineato come la presenza di tutte le forze che si preparano all’evento della Pasqua è sicuramente un appuntamento di ascolto ritrovato della Pasqua del Signore, cioè di un vivo desiderio di voler raccogliere dall’effetto della Pasqua il messaggio di luce che ci viene trasmesso.
<< La Pasqua, infatti, – ha commentato l’arcivescovo – ci trasmette il dono della luce che non è semplicemente un fatto mentale, un’illuminazione, o un’idea, ma è l’incontro con colui che è il Signore risorto, la luce del mondo che illumina ogni uomo e ogni dono, illumina la terra umana. Il momento della Pasqua, in modo speciale, apre uno scorcio di luce oltre alla realtà temporale per dirci che la nostra vita ha un orizzonte non solo storico, ma tecno-storico, ha un orizzonte più alto e un orizzonte più largo>>.
Dopo i riferimenti alle letture della celebrazione il vescovo si è rivolto direttamente alle forze presenti toccando il tema della dimensione pasquale della fede in relazione al servizio svolto: << La dimensione pasquale della fede ha tanto da dire alla vostra, alla nostra vocazione di essere diamanti a servire quotidianamente in ogni istante fratelli, sorelle, dei quali spesso si conosce poco, non si sa chi essi siano. Non vi sono legami di sangue, ma semplicemente, come direbbe Papa Francesco, la consapevolezza di appartenere ad una comune famiglia e perciò ogni servizio di liberazione che ognuno di noi compie dalla propria prospettiva, dal proprio ruolo, è una vocazione, un servizio d’amore, è un compito, qualunque sia il livello, il grado, la dimensione della quale esso lo tiene. E forse oggi più che mai la società ha bisogno di uomini e donne prive, sia nella società che nella Chiesa, di questo delirio di onnipotenza, dove l’uomo pensa di poter conservare, custodire tutto, a partire da un animo rapace, da un animo violento, da un animo che può spadroneggiare sull’altro. La pace è spesso minacciata a tanti livelli, dai livelli internazionali a quelli quotidiani, nelle relazioni quotidiane e perciò ecco che anche la Chiesa vi è grata per questo. Con il vostro servizio si svolge una vocazione speciale che è quella di trasmissione del mistero dell’amore di Dio>>.
Poi la conclusione: << Nell’imminente Pasqua ci affidiamo al Signore Risorto perché ci doni la grazia di sperimentare i processi di risurrezione personale, sociale, familiare, sia in questa terra, ma con gli occhi rivolti verso quel giorno in cui l’alba non avrà mai un tramonto con una preghiera particolare per quanti cadono vittime dell’odio in un momento così delicato della storia dell’umanità>>.