<< Oggi siamo qui per sottolineare l’importanza del ruolo dell’Azione Cattolica nella nostra Chiesa diocesana, nella nostra Chiesa particolare. Nella seconda lettura l’apostolo Paolo parla dell’atteggiamento davanti al Vangelo dei Greci e dei Giudei, davanti al mistero della croce di Cristo che era ritenuta stoltezza, scandalo, per altri sapienza. Siamo chiamati a incontrare Cristo, a scoprirlo e reincontrarlo: questa è la prima vocazione dell’Azione Cattolica: incontrare Cristo. E questo si coniuga con ciò che ci chiede Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium ovvero promuovere un rinnovato incontro con Cristo, riscoprire la gioia del Vangelo e quella di essere evangelizzati. Questo è un incontro che coinvolge la persona umana, perciò vi è una pedagogia dell’incontro, vi è un coinvolgimento concreto della persona umana. Come si arriva a scoprire che Cristo è la nostra sapienza di vita? Agostino arriva ad una sintesi utilizzando la metafora della navigazione. Vi sono – secondo Agostino – tre tipologie di navigazione. La prima è quella di quando ci si mette in mare sostenuti dal vento, quando le vele spiegate dai marinai sono spinte, mosse dal vento. La seconda esperienza è quella del momento di calma piatta del mare ed è la fase più faticosa, perché qui si richiede la dedizione, lo sforzo massimo dei rematori. La terza tipologia di navigazione è quella sul legno della croce: di chi si mette sopra il legno e si lascia trasportare dalla forza di Cristo crocefisso. E in riferimento a ciò che dice Agostino tre sono dunque le dimensioni della persona umana che siamo chiamati a mettere insieme. La prima è come percepisco Dio, ovvero la dimensione più naturale dell’esperienza di Dio. La seconda, nella quale bisogna remare, è quella della ragione, quando devo coinvolgere tutte le mie facoltà, per una ricerca più approfondita. La terza è l’apertura alla Grazia per affidarci a Cristo. Tutte e tre le dimensioni sono necessarie. In questo momento storico abbiamo bisogno di non frantumare queste dimensioni affinché si segua la rotta e la persona concreta venga coinvolta in un rinnovato incontro con Cristo. Come Azione Cattolica siamo chiamati ad entrare nelle sfide della cultura di oggi, nelle sfide delle domande dell’uomo di oggi, dalle domande più semplici a quelle più complesse. L’Azione Cattolica compia una nuova strada di esperienza culturale, di cura dell’intelligenza della persona e del cuore, che è una delle vie più significative. Nel voler proporre questo come ruolo principale per l’Azione Cattolica sintetizzerei la partecipazione attiva a queste tre missioni. Occorre ascoltare intuizioni e desideri di Dio, coinvolgersi nella ricerca culturale e nell’affidamento alla grazia di Dio, all’incontro con Cristo. Il progetto nel quale l’Azione Cattolica può provare applicazione è quella di partecipazione ad un patto educativo globale. Non solo universale, ma proprio globale situato nella nostra diocesi ovvero un patto che includa tutti, che sia inclusivo. Uno degli obiettivi principali è quello di risvegliare la dimensione partecipativa propria dell’Azione Cattolica. Il seme che si coinvolge in questo programma può portare un grande beneficio. È un’esperienza di ascolto. La prospettiva che vi consegno è quella di generare leadership. L’accademia, casa di popoli, culture e religioni – il progetto culturale portato avanti dal 2017 in Diocesi- svolge questo importante ruolo. La collaborazione dell’Azione Cattolica in questo progetto può essere davvero strutturata, piena e a servizio della creazione di nuove leadership a tutto campo che interpretano quella dimensione di cattolicesimo popolare che ha reso significativa l’opera dell’Azione Cattolica. È necessario, per questa esperienza, entrare nelle corde della vita quotidiana di tutti.

Papa Francesco, oggi, indica questo con il termine “prossimità nella territorialità”. Oggi occorre essere “in uscita” nella generazione di nuove leadership. Vi invito ad unire le forza perché la disgregazione non ci aiuta in una nuova stagione di rinascita e di evangelizzazione. Il nostro territorio ha bisogno di una nuova rinascita sociale. Il vostro impegno è già grande ma vi chiedo uno scatto ulteriore, miglioriamo ancora. Uno degli elementi che lodo è lo sforzo compiuto in questi anni per ripensare il patrimonio diocesano dell’Azione Cattolica affinché questo non vada disperso ma venga reinvestito a servizio del popolo di Dio e della Chiesa. Non abbiate paura di osare ed essere audaci, siete un bel gruppo, una bella presenza con tante qualità. Dimentichiamo i numeri di una volta e concentriamoci sul lavoro da fare: siate un piccolo gregge che fa rinascere un gregge molto più grande per la rigenerazione del tessuto ecclesiale e sociale del nostro territorio>>.