Venerdì 8 e sabato 9 marzo nella chiesa del Rosario a Sassari si è svolta l’iniziativa di preghiera e riconciliazione “24 Ore per il Signore”.

Anche quest’anno, l’appuntamento voluto da Papa Francesco giunto ormai alla decima edizione, si è celebrato nelle diocesi di tutto il mondo alla vigilia della quarta domenica di Quaresima.

In preparazione alla Pasqua di Risurrezione, le chiese sono rimaste aperte in tutta Italia per un giorno intero, in modo da offrire ai fedeli e ai pellegrini l’occasione di sostare in qualsiasi momento in adorazione e l’opportunità di confessarsi.

L’appuntamento a Sassari nella Chiesa del Rosario

L’appuntamento diocesano è cominciato con la celebrazione penitenziale, venerdì 8 marzo alle ore 17 e si concluso nel pomeriggio di oggi 9 marzo con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Gian Franco che ieri ha presenziato nella chiesa anche per le confessioni. L’iniziativa ha coinvolto tutti i fedeli laici e le realtà ecclesiali della Diocesi.

Il messaggio del vescovo

<< Nella prima lettura di questa quarta domenica di Quaresima siamo invitati nuovamente ad ascoltare la storia del popolo di Israele: ascoltando la storia del popolo d’Israele ascoltiamo anche la nostra storia.
In questo tempo di Quaresima, una delle modalità per vivere la conversione è proprio la rilettura della nostra storia, della nostra storia come Chiesa, come credenti, come fedeli.

I Libri delle Cronache sono testi che riassumono le vicende di questa storia della relazione tra Dio e Israele. Nel testo, il tempio del Signore, un luogo consacrato, un luogo di bellezza, di splendore, un luogo di bontà, è diventato un abominio. È diventato un luogo dove, anziché essere il luogo dell’alleanza e della fedeltà con Dio, diventa il luogo dell’infedeltà, per un popolo che aveva dimenticato la relazione con il suo Dio.
L’infedeltà d’Israele sta proprio in questa dimenticanza. Questo popolo, a un certo punto, nel suo cammino sperimenta il tradimento dell’amore del Signore. E in questa situazione l’autore descrive come avveniva tutto questo. Avveniva anzitutto nel non ascolto, nel non ascoltare la modalità.

Per vivere l’infedeltà, il Signore, il Dio dei loro padri, mandava i messaggeri, gli annunciatori, gli evangelizzatori, coloro che portavano la parola di Dio. Il popolo si è beffato dei messaggeri di Dio. Davanti alla compassione di Dio per il popolo vi è la durezza del cuore del popolo stesso. Viene messo in evidenza che questa durezza riguarda i capi di Giuda, cioè coloro che erano preposti ad essere messi ad essere guide del popolo fedele, segno dell’alleanza di Dio. La loro reazione fu quella di disprezzare le parole del Signore, di non ascoltare la parola del profeta.

Questa esperienza di infedeltà in alcuni testi, verrà raccontata in seguito con l’immagine della prostituzione. Israele ha preferito percorrere la via della prostituzione anziché quella della fedeltà nuziale. Ed ecco che il Signore però non abbandona il popolo di Israele. Il suo amore per Israele non viene meno. Egli suscita una figura esterna al popolo dell’alleanza: Ciro re di Persia, attraverso il quale il Signore ricostruisce il tempio di Gerusalemme, cioè ricostruisce il luogo dell’Alleanza. Ecco che alla devastazione dell’uomo si contrappone la ricostruzione di Dio. Noi possiamo distruggere attraverso le vie più variegate, più molteplici ma il signore ricostruisce attraverso altre vie e in questo caso proprio attraverso lo sconosciuto, colui che non faceva parte del popolo.

Un uomo, un re, un sovrano che non apparteneva alla storia dell’Alleanza. Nel Vangelo il mistero dell’amore di Dio viene ancora manifestato. Anche la durezza di cuore dell’umanità, la chiusura, viene narrata con la contrapposizione tra tenebre e luce. Gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce. Gesù aveva detto: “Io sono la luce del mondo, io sono la luce vera che illumina ogni uomo” L’evangelista Giovanni specifica che chiunque fa il male e odia la luce, non viene alla luce. Tutto ciò mostra che la scelta della luce sulle tenebre non è solo una scelta intellettuale, non è una scelta di un pensiero, di una teoria, di una filosofia, di un’idea, ma è un modo di vivere, un modo di stare nella vita. La vera Pasqua consiste nel rincontrare Cristo, luce del mondo, e nel rigettare le opere di morte, le opere di tenebre che si esprimono in molti modi e in molte forme>>