Mercoledì 14 febbraio nella Cattedrale di San Nicola si è svolta la celebrazione eucaristica nel Mercoledì delle Ceneri presieduta dall’Arcivescovo Gian Franco Saba.

Il messaggio del vescovo

<< Il cammino quaresimale inizia con un invito che parte dal Signore, da Dio, e che questa sera ascoltiamo attraverso le parole del profeta Gioele. L’invito del Signore è così espresso: ritornate a me con tutto il cuore. L’iniziativa del cammino parte, infatti, da un desiderio di Dio, dal sentimento compassionevole del Signore, di voler attrarre a sé il suo popolo. Un popolo disperso e chiamato a rimettersi in cammino. È una melodia costante nella storia della salvezza che accompagna la logica di Dio: ritornate a me. La parola ritornare ci conduce all’immagine del cammino, della strada, dell’itinerario che ha un orientamento, che è Dio stesso. Un ritorno suscitato da alcune caratteristiche di Dio: la misericordia, la pietà, la grandezza dell’amore, l’apertura a rivalutare la condizione umana. Il tutto in chiave positiva.

Ritornate, Egli è misericordioso e pietoso”.

Il ritorno quest’anno è espresso da Papa Francesco nel messaggio per la quaresima 2024 sintetizzato nell’espressione “attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”. Siamo chiamati a intraprendere un percorso singolarmente e comunitariamente. Mai come in questi anni è stata sottolineata la logica del cammino, il Papa ha consegnato alla Chiesa l’Evangelii Gaudium affinché maturi una Chiesa in uscita, in cammino. Con l’indizione dell’anno della misericordia ha voluto mettere al centro dell’attenzione il mistero di Dio misericordioso e pietoso. Avviando il cammino sinodale ha riconsegnato alla Chiesa l’invito a camminare. L’esercizio quaresimale richiesto quindi in questo momento è il cammino, la via del ritorno. Il primo bisogno di ritorno che Dio sente è quello di un popolo che riscopre il suo Dio. Questo desiderio di Dio chiediamoci se è anche una nostra esigenza, per un incontro rinnovato e pasquale con Dio. Quanti desideriamo vivere il cammino verso la Pasqua? Ritornare da una fede di abitudini e consuetudini che però non sono più una relazione con Cristo, ma un adempimento esteriore. Ecco cosa chiede il Signore: il digiuno. Ovvero imparare a chiederci quali siano i cibi di cui maggiormente sento il bisogno ma forse non sono il vero cibo. Il vero digiuno port all’Eucaristia, all’incontro con Cristo. Occorre chiedersi quali cibi vanno ad omologare il nutrimento con Cristo e a renderlo simile, ad identificarlo. In una società ipernutrita il digiuno non è una dieta ma una purificazione del cuore, un lasciare spazio, pensare a chi vive la fame, a chi è costretto a fare esperienza della fame vera. Dio invita al pianto e al lamento, cioè alla contrizione, tipici di chi si fa toccare il cuore, la vera lacrima. Il cammino quaresimale è la riattivazione dei sentimenti: ecco perché il Papa sottolinea che nel cammino del deserto vi sono le dieci parole della libertà, i comandamenti. La relazione con Cristo è davvero la base del nostro percorso. Il ritorno all’interiorità viene segnalato da Papa Francesco con un passaggio specifico: vedere la realtà personale ed ecclesiale. Come popolo di Dio in cammino ci chiedono come essere una Chiesa sinodale, in uscita. Ancora non abbiamo raggiunto tutti coloro che aspettano di essere coinvolti. Siamo nelle frontiere di una chiesa chiusa in sé stessa, di una Chiesa che non si mette in moto secondo il ritmo dovuto. Il vero attrattore non è una strategia, il vero attrattore è Dio, l’annuncio della sua Parola di misericordia. Recuperiamo questa tensione del cammino, questa spiritualità del deserto, dell’esodo, del ritorno. Una Chiesa introversa pensa a coloro che non si avvicinano ai sacramenti, come se fossero loro i lontani. Noi siamo chiamati a chiederci quali siano le lontananze della Chiesa che io vivo, del mio essere popolo. Questo ci dà lo slancio per incontrare coloro che non sanno ancora che la parola ritornare è per tutti. Perciò il Papa ci invita a riflettere su “dove sei? dov’è tuo fratello?” per vivere una spiritualità che apra alla fiducia e alla speranza. Il cammino è sostenuto dalla speranza dell’amore di Dio. In una società dell’indifferenza il Signore è attento, non indifferente. Per essere una Chiesa che va oltre l’indifferenza, che abbatte i muri dell’isolamento. Tra qualche giorno, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo di Sassari, avremo l’opportunità di ascoltare la testimonianza e la riflessione del Cardinale Zuppi, direttamente impegnato nella promozione di itinerari di incontro a livello mondiale. Questa è un’occasione significativa per riflettere su “dove sei? dov’è tuo fratello?>>.