Abbiamo da poco ricordato, con animo grato e spirito orante, il sesto anniversario della Consacrazione Episcopale del nostro Arcivescovo Gian Franco Saba. Oggi si compie un’altra significativa tappa del suo percorso ministeriale: sei lustri, 30 anni dal giorno dell’Ordinazione Sacerdotale, avvenuta ad Olbia il 23 ottobre 1993. Una vita donata a Cristo e ai fratelli. Ventiquattro anni come presbitero della Chiesa sorella di Tempio – Ampurias, nell’esercizio di molteplici incarichi di alta responsabilità e sei anni, nella pienezza del Sacramento dell’Ordine, come Pastore della Chiesa Turritana.
Hodie pro nobis Sacerdos Magnus, heri et in aeternum Sacerdos!
Serbo un nitido e commosso ricordo di quel lieto giorno.
In un mite pomeriggio autunnale, le vetuste mura dell’austera Basilica romanica di San Simplicio sembravano animarsi, rivestendosi di luce, diffondendo il soave odore dell’incenso e del crisma e riverberando i suoni e le armonie dei cantici di lode. Ma il suono più bello proveniva dal battito del tuo cuore, pulsante all’unisono con quello dello Sposo e in sincronia con quello di tanti uomini e donne, a te legati da vincoli naturali e soprannaturali.
Il tuo “sì”, pronunciato coram Ecclesia e sotto l’azione dello Spirito, sanciva, con patto irrevocabile l’intima unione con Colui che ti aveva chiamato: un’ammirabile fusione tra il vocante e il vocato, configurato a Cristo, Sommo Sacerdote e buon Pastore.
Vero è che la vocazione al ministero presbiterale ha un’origine sovrannaturale: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv. 15,16), tuttavia non può essere decontestualizzata da quegli ambiti umani nei quali e attraverso i quali si manifesta e si sviluppa. Certamente il primo è quello familiare, che esprime la dimensione domestica della Chiesa. La famiglia è stata per te la prima comunità educatrice ed in essa il germe della vocazione ha trovato, nella fede genuina e profonda di mamma Caterina e di Babbo Giovanni, terreno fertile e fecondo. Ora dal cielo pregano per te.
Non possiamo certamente dimenticare la parrocchia e le tante figure esemplari che ti hanno sostenuto con la preghiera e la testimonianza di vita, in particolare i sacerdoti, alcuni dei quali divenuti per te autentici maestri e modelli, per la serietà dell’impegno nel servizio apostolico; la comunità del Seminario, con i suoi educatori e i Vescovi che si sono succeduti alla guida della Chiesa diocesana: sono certo che vivono nello scrigno del tuo cuore, come preziosi tesori.
Riguardando oggi la tua persona, alla luce di quel giorno, è evidente che rilevo nel capo imbiancato e nel fisico un po’ meno tonico e scattante i segni del tempo, ma nello sguardo e nel tratto ritrovo la giovanile e genuina freschezza, l’entusiasmo e la tenacia di sempre: è il tempo della grazia in cui non si invecchia, ma si matura.
Restando nell’immagine del tempo, mi piace inoltre rilevare una circostanza cronologica, per me particolarmente significativa: il 23 ottobre, data della Sua Ordinazione, coincideva con la ricorrenza anniversaria del pio transito del Servo di Dio padre Giovanni Battista Manzella, apostolo e missionario della Chiesa Sarda che ha, precorrendo i tempi, effettivamente raggiunto le più remote periferie geografiche ed esistenziali della nostra Terra sarda, con lo spirito e lo stile del buon samaritano. Inoltre l’Ordinazione avveniva nel mese di ottobre, particolarmente dedicato al culto dei Protomartiri Turritani Gavino, Proto e Gianuario, proprio nell’antivigilia della loro Festa. Casuali coincidenze, o segni dei misteriosi e provvidenziali progetti di Dio?
È certo che per la nostra Chiesa e per il Suo Ministero apostolico divengono Maestri e modelli, oltre che potenti intercessori. A loro affido la Sua persona e il suo delicato Ufficio, con l’auspicio che attraverso il Suo ministero, che auguriamo lungo e fecondo, si possa effettivamente realizzare quel sogno di una Chiesa – Casa, focolare fecondo di autentiche e profonde relazioni, sinodalmente orientate ad una rinnovata azione missionaria.
Le formulo i più sinceri e filiali voti augurali, personali ed ecclesiali, certo di interpretare i sentimenti di ogni membro del Popolo santo di Dio, affidato alle Sue paterne premure.
Ad multos annos!
Il Vicario generale
Antonio Tamponi
