Mercoledì 27 gennaio, alla presenza dell’Arcivescovo, in piazza d’Italia è stata collocata una pietra d’inciampo (Stolperstein), di fronte al palazzo dove abitò Zaira Coen-Righi, insegnate dell’Azuni deportata ad Auschiwtz e giustiziata dai nazisti. Alla cerimonia, organizzata dall’Inner Wheel «Sassari Castello», hanno partecipato, fra gli altri, la presidente Carla Pasca, le nipoti di Zaira Coen, Francesca e Carla Righi, il sindaco Nanni Campus, il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, il questore Claudio Sanfilippo e il rettore dell’Università Gavino Mariotti.
Zaira Coen-Righi (Mantova 1879 – Auschiwtz 1944), laureata a Bologna, arriva a Sassari nel dicembre del 1915 come insegnante per la cattedra di Scienze del Liceo classico Azuni, dove insegna fino al 1938. Rimasta vedova del marito sassarese, Italo Righi, raggiunge a Firenze la sorella, anche lei rimasta vedova. Da quel momento per loro inizia un periodo drammatico: dopo la clandestinità, vengono arrestate il 15 aprile 1944 in seguito a delazione e quindi trasferite, il 23, nel campo di concentramento e transito di Fossoli. Il 16 maggio dello stesso anno, dopo un viaggio terribile di sette giorni dentro un vagone piombato, arrivano in piena notte nel campo di concentramento di Auschiwtz, dove Zaira muore.