Io, noi, tutti avremo cura di te
ANNO A – XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Ez 33,1.7-9 | Sal 94 | Rm 13,8-10 | Mt 18,15-20
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Quando si tratta di mettere in pratica alcune pagine del Vangelo, si fa presto a piegare certe indicazioni al nostro modo di gestire la vita, le situazioni, secondo criteri che con il Signore hanno poco a che vedere. Ecco, quindi, che la «correzione fraterna» diviene talvolta il pretesto per inaugurare tribunali progressivi in cui giudicare gli errori, i difetti, le difficoltà degli altri e giustificare il nostro operato con l’appello alla sentenza del «così è scritto nella Bibbia». Di fronte ad un popolo incostante ed infedele, Dio rivela la Legge, invia i Profeti, gioca l’ultima carta del Figlio e “perde la partita” con la sentenza della Croce: nemmeno Lui riesce a riappropriarsi della verità che l’uomo si arroga il diritto di poter gestire in autonomia. Memori della Storia della Salvezza, il Vangelo di oggi ci chiede piuttosto una «custodia fraterna» reciproca, attenta, lucida, onesta e animata dalla carità: il confronto con la Verità non può produrre sentenze da eseguire, ma veri processi, cioè realtà che crescono progressivamente, abitate dall’umanità in cui ciò che si allarga non è il mero numero dei giurati, ma la famiglia che si prende carico di chi è più fragile. È come sentissimo in sottofondo «mi prendo cura di te, noi ci occuperemo di te, tutti hanno a cuore la tua situazione».