ANNO A – XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Zc 9,9-10 | Sal 144 | Rm 8,9.11-13 | Mt 11,25-30

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Dopo il discorso missionario, il racconto di Matteo prosegue con il confronto di diverse reazioni all’insegnamento di Gesù, alle sue opere e alla sua persona: la richiesta di Giovanni dal carcere, lo scetticismo del popolo ed il rifiuto ad interpretare con onestà le realtà che accompagnano l’annuncio del Vangelo. Il Signore stesso loda il Padre per i discepoli che invece camminano al suo fianco. I «piccoli» accedono al mistero di Dio: sono uomini e donne che non hanno riferimenti esclusivi nella ricerca astratta o nelle tradizioni e pratiche religiose; sono quelle persone che condividono lo stile di vita di Gesù «mite ed umile di cuore»: lontane dalla sete di potere, dall’ossessione della ricchezza, dall’ansia di auto-affermazione. Sono quei semplici per cui ogni esperienza è novità e meraviglia, quei beati per cui anche le difficoltà più terribili non hanno la forza di spegnere speranze e fiducia nella vita, quegli amici per cui Dio non è un tiranno che domina, ma un genitore che ama, sostiene e promuove. Spesso anche al cristiano più convinto può capitare di pensare la propria fede come problema, come questione, come rifugio, come risorsa, come diritto, come responsabilità, come ostacolo, come impegno… oggi il Vangelo ci riporta alla semplice fatto che la Fede è innanzitutto la Persona di Gesù, ed è dono.

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