ANNO A – XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Ger 20,10-13 | Sal 68 | Rm 5,12-15 | Mt 10,26-33

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Nel Vangelo di Matteo, il secondo discorso di Gesù si estende per tutto il decimo capitolo: è una serie di indicazioni sulla «missione» affidata ai discepoli con la cruda descrizione del contesto in cui sono inviati: «come pecore in mezzo ai lupi… prudenti come i serpenti e semplici come le colombe». Questi i tratti essenziali con cui il discepolo è invitato a leggere l’umanità intorno a sé e dentro di sé. Gli ostacoli ad una testimonianza vera non mancano ieri come oggi e lo stesso Signore elenca situazioni difficili: alcune dipendono da noi stessi, altre dal modo in cui le circostanze ci permettono o impediscono di esprimerci, perché «missione» non è solo dire o fare qualcosa riguardo a ciò che lo Spirito ci ha fissato nel cuore, ma innanzitutto «essere» quel qualcuno che somiglia al Maestro. Provare vergogna, sentirsi inadeguati, avere paura sino al punto di rinunciare a ciò in cui si crede è l’esperienza che più di ogni cosa disgrega la dignità dell’uomo: la vita si annulla schiacciata dall’interno e non sempre ci sono persone disponibili ad aiutare o in grado di recuperare le sconfitte. Se la crudeltà delle esperienze più dure non trovasse in altri uomini alcun sostegno, Cristo garantisce un riferimento infallibile: il Padre non abbandona, il suo amore non si eclissa per i limiti, i peccati o la violenza.

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