ANNO A – SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
Dt 8,2-3.14-16 | Sal 147 | 1Cor 10,16-17 | Gv 6,51-58
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Nel racconto della Creazione compare per la prima volta il concetto che lega cibo e vita eterna: al centro dell’Eden c’è l’albero della vita con i suoi frutti proibiti. Il desiderio dell’immortalità e la ricerca di un modo per ottenerla sono una delle più complicate domande dell’essere umano, ma le parole di Gesù nel Vangelo di oggi sono la risposta definitiva a quella tormentata aspirazione: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». L’accesso all’eternità ora non è più una sostanza aliena, non è il frutto di una pianta mitologica, non è un elisir o una pietra filosofale prodotti da conoscenze alchemiche o magiche. Ciò che l’Onnipotente possiede, che il Creatore ha vietato e che il Dio-dei-Padri ha lasciato sfiorare, ora il Dio-Padre lo offre ad ogni uomo attraverso la partecipazione alla Vita del Figlio: con il Corpo e Sangue di Cristo, l’eternità non è più un “upgrade” da conquistare per arricchire ed estendere la vita biologica, ma una garanzia della Grazia che manifesta nella vita fisica solo una delle sue espressioni immediate. «Mangiare» e «bere» il Signore per avere la «vita eterna» sono lo stile di chi accetta di partecipare alla vita stessa di Dio, facendo propria tutta la vita di Gesù in «corpo, sangue, anima e divinità».