ANNO A – V DOMENICA DI QUARESIMA
Ez 37,12-14 | Sal 129 | Rm 8,8-11 | Gv 11,1-45
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Ogni tentativo di disinfettare la Pasqua e cancellare la via per cui si giunge alla Risurrezione è inutile. Il racconto di Lazzaro è il modo con cui il Vangelo ci insegna -prima della Settimana Santa- che l’Amore non è una realtà idilliaca, leggiadra e fluttuante, priva di problematicità, al netto di fatica, dolore e fallimenti. L’Amore cristiano è reale, si immerge in ogni aspetto dell’esistenza umana e lo sposa, lo accetta, lo accoglie, lo custodisce, lo perfeziona, lo difende, lo protegge, se ne prende cura. In questa pagina di Giovanni, Gesù accoglie l’ansia dell’agonia, il terrore della perdita, il dolore del lutto, la speranza assurda della fede e li fa propri. «Perché credano…» sono le parole di un Signore che accetta l’ansia, la frustrazione, l’impotenza, l’orrore e li fa suoi. È il modo insensato, inaccettabile, irragionevole di agire che i discepoli riconoscono e non hanno il coraggio di contrastare, che Marta denuncia e alla fine professa: «colui che viene nel mondo» ha il dominio sulla morte da cui tutti vogliamo fuggire. Il miracolo non è lo stupore per il ritorno di Lazzaro, ma la certezza che la morte è vinta in Dio e in tutti coloro che a Lui si affidano. Con questo insegnamento da consegnare a noi il Signore entrerà a Gerusalemme, re-condannato, crocifisso-vivente.