ANNO A – III DOMENICA DI AVVENTO
Is 35,1-6a.8a.10 | Sal 145 | Gc 5,7-10 | Mt 11,2-11
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Sin da piccoli siamo abituati a proiettarci nel futuro «Da grande farò…», che diventa pian piano «Appena avrò i soldi mi potrò permettere…» oppure nelle difficoltà «Quando tutto sarà finito, allora…». Per non parlare di «Quando sarò in pensione, finalmente…». Spesso nella nostra testa parte un film che, in buona fede, inizia a scrivere un futuro inesistente: diventiamo registi, sceneggiatori e attori di qualcosa che ancora non c’è e che forse non esisterà mai. L’esperienza dei profeti, anche se apparentemente parlano di qualcosa che sarà, non ha altra funzione se non quella di orientare il presente: la gioia infatti è chiamata in causa adesso, così la forza delle braccia e l’entusiasmo delle parole.Anche Giovanni chiede di un domani «che deve venire», ma Gesù, rispondendo, invita i suoi inviati a riferire al Battista ciò che già sono in grado di vedere e di ascoltare a partire dall’immediatezza della propria esperienza: salvezza e vita sono già dentro l’orizzonte in cui Gesù agisce. Il Natale del Signore non è il passato e non è il futuro, ma piuttosto l’oggi che continuamente si rigenera… è come se nella liturgia di oggi, il Signore stesso ci chiedesse «Ma adesso chi sei? Oggi cosa ha tra le mani? In questo momento cosa stai facendo?»… e se non è abbastanza secondo noi, per essere parte del Regno basta veramente, veramente poco.