ANNO C – XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Sir 35,12-14.16-18 | Sal 33 | 2Tm 4,6-8.16-18 | Lc 18,9-14

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Quante volte gli sguardi e le parole rivolte verso il cielo somigliano agli aeroplanini di carta! Ben piegati e progettati, fanno qualche breve evoluzione per aria e precipitano a terra di punta. Pochi secondi di soddisfazione sono poca cosa per chi aspira a volare davvero e le preghiere di carta sono proprio fatte così. Nel Vangelo di questa domenica abbiamo l’esempio di due uomini molto diversi tra loro, come enormemente differenti sono le loro preghiere: uno guarda e parla a Dio, l’altro guarda e parla a se stesso. Chi sa pregare? Chi conosce Dio. Chi può dire di sapere qualcosa su Dio? Chi ha appreso da Gesù che prima di ogni altra parola sul Padre bisogna averne colto e accolto l’amore. E come è fatto l’uomo che può essere davvero amato da Dio? Ecco, il tentativo di dare una risposta a questa domanda non può che aiutarci a capire meglio cosa vuol dire «chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato»: non è questione di sentirsi piccoli-poveri-malandati a causa delle proprie miserie, i propri peccati, le proprie difficoltà, ma di fronte all’enormità di un Dio che satura ogni angolo dell’orizzonte con la propria tenerezza, con la propria misericordia, con il proprio amore. È un ordine di grandezza di fronte al quale possono anche sparire tutte le nostre parole, per lasciare posto solo quelle del Signore… che volano davvero.

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