ANNO C – II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Is 62,1-5 | Sal 95 | 1Cor 12,4-11 | Gv 2,1-11

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Quelle di Cana sono tra le vicende più enigmatiche da interpretare in fedeltà alla dinamica del racconto evangelico: perché la “gloria” di Cristo si manifesta in un miracolo tanto inutile come il cambiamento dell’acqua in vino? Quest’imbarazzo ci indurrebbe a spiegare come simbolico ogni dettaglio del brano… ma correremmo il rischio di travisarne completamente il senso. Restando fedeli ai “limiti” del testo, siamo costretti a constatare che la trasformazione dell’acqua è solo la prima di una serie! Toccate dal vino nuovo, le giare diventano inutili per l’uso rituale: a quanti aderiranno alle parole di Gesù non sarà più possibile ricercare “la purificazione” in una pratica esteriore. Inizia così la manifestazione dell’autorità inaudita del Signore su norme e consuetudini imposte dalla tradizione giudaica ed è in forza di questo fatto che avviene la terza trasformazione: i discepoli -prima inconsapevoli- ora sono “credenti”. Per rendere attuale la serie delle “conversioni” a noi oggi è chiesto di rinunciare alla confortante certezza delle nostre “pratiche” per ricapitolare nel Signore il senso di ogni evento di grazia che viviamo: non sono i riti, i precetti né le opere della nostra giustizia ad offrirci la garanzia della salvezza, ma l’amore di Dio accolto nella nostra volontà.

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