ANNO C – BATTESIMO DEL SIGNORE

Is 40,1-5.9-11 | Sal 103 | Tt 2,11.14; 3,4-7 | Lc 3,15-16.21-22

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Pochi versi del Vangelo di Luca raccontano una consapevolezza espressa con immagini forti, aldilà di dubbi o valutazioni. La differenza tra Giovanni e Gesù è abissale, hanno messaggi tanto diversi che il Precursore non ha dubbi: “io non sono degno” di questo ipotetico paragone. La conversione suggerita dal Battista e quella che annuncerà Gesù sono distanti tra loro tanto quanto “l’acqua” dista dallo “Spirito Santo e fuoco”! In effetti, a pensarci bene, la proposta del primo parte dall’uomo, dalla considerazione della sua miseria, della sua inadeguatezza di fronte a Dio, dalla rivalità che lo può dominare di fronte ai propri simili. In definitiva è una risposta allo scandalo del “peccato”. Gesù no, chiede una conversione che scaturisce da una notizia diversa, buona e nuova: “il regno dei cieli è vicino”. È l’Amore divino che fa iniziare qualsiasi rapporto vero tra l’uomo e Lui. Tutta un’altra storia! Prima di Cristo poteva essere legittimo collegare la fede al timore del castigo, all’autocompiacimento nell’osservanza della Legge o all’espiazione rituale, quasi “magica” o “tecnica”, ma con l’inaugurazione della Nuova Alleanza non più: è Dio stesso la misura della salvezza e tutta la persona di Gesù la sua manifestazione. Il giocattolo della “religione” si è rotto, inizia il tempo della Fede.

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