Dal testo del messaggio (p. 13)
“Talvolta con pretesti spirituali si omette alla vocazione dell’uomo. L’isolamento egoistico, figlio dell’ozio, oppure la ricerca solipsistica del proprio benessere, è il contrario del mistero della Chiesa. La tentazione del narcisismo rende sterile la vita della Chiesa, rinchiude le comunità e le singole persone nell’auto-referenzialità, distrugge il bene della reciproca appartenenza. Afferma ancora San Basilio: «Chi dunque preferirebbe una vita oziosa e sterile a quella che porta frutto ed opera secondo il comandamento di Dio? Poiché noi tutti, che siamo stati associati per vocazione in un’unica speranza (Ef 4,4), siamo un solo corpo, avente Cristo per testa, e membra gli uni degli altri (1 Cor12,12), ciascuno da parte sua, noi entriamo nella costruzione di un corpo unico nello Spirito santo soltanto nell’armonia. Se dunque ciascuno fra noi sceglie la solitudine, senza servire l’utilità comune gradita a Dio, ma soddisfa i suoi capricci, come potremmo, così lacerati e divisi, conservare la reciprocità ed il mutuo servizio delle membra o la sottomissione alla nostra testa che è Cristo? Poiché, in una vita isolata non è possibile né rallegrarsi con chi è glorificato, né simpatizzare con chi è nella sofferenza (1 Cor 12,26), non potendo ciascuno, come sarebbe giusto, conoscere la situazione del prossimo» (Basilio di Cesa- rea, Regole Maggiori, 37)”.