ANNO A – PASQUA DI RISURREZIONE
At 10,34a.37-43 | Sal 117 | Col 3,1-4 | Mt 28,1-10
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Nel ciclo liturgico A si può proclamare il racconto della Risurrezione che Matteo fa ruotare intorno all’apparizione di un angelo: affianca le donne nella scoperta del sepolcro, spiega e indica in Galilea il luogo dell’incontro con «Gesù, il crocifisso risorto dai morti». Oggi diremmo che l’angelo è un tutorial che accompagna le due Maria davanti a ciò che è difficile affrontare da soli: la tomba svelata, i soldati inoffensivi, la Risurrezione certificata, la verifica fissata ed una missione chiara. Qualcosa però non torna: Gesù non aspetta, anticipa le indicazioni ripetendo di persona l’appuntamento in Galilea con l’invito «non temete» ed una nuova definizione dei discepoli… «fratelli». Queste differenze ricordano che i modi con cui la vita-senza-fine di Dio diventa nostra non passano da un racconto e che la Risurrezione non è mai raccontata: solo i suoi effetti trovano spazio nei Vangeli. La Pasqua non è cosa che la religione può insegnare, ma consapevolezza che solo la Fede può regalare: non dipende dai terremoti, dallo stordimento dei soldati, dalle pietre rotolate, dal vuoto delle tombe, dai teli abbandonati, dalle indicazioni degli angeli, ma unicamente dall’aver incontrato il Cristo Risorto. Scossi, storditi, travolti, abbandonati, disorientati lo incontreremo di nuovo, anche solo nella «gioia grande» di poter uscire.