ANNO A – II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Is 49,3.5-6 | Sal 39 | 1Cor 1,1-3 | Gv 1,29-34
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
In pochi versetti, l’Evangelista fa ripetere due volte al Battista «Io non lo conoscevo». È una di quelle frasi che oggi, nei nostri contesti, è praticamente impossibile da riascoltare. Ci si aspetta che queste parole possano essere pronunciate solo da chi siamo soliti definire convertiti, cioè da chi si avvicina alla fede per la prima volta, dopo l’ignoranza, il rifiuto o la distanza dal cristianesimo. Del resto viviamo in un’epoca in cui tutti sanno o millantano di sapere, tutti conoscono anche solo per sentito dire, tutti sono esperti con o senza titoli, tutti esprimono opinioni personali e poco importa cosa abbiano da dire gli altri, dove esattamente stia di casa la Verità: purtroppo vale per la morale, per la politica, per la giustizia, per la scienza e pure per la religione… ma la fede no, la fede è un’altra cosa. Ogni credente, non solo il convertito, scopre Dio Padre a partire dal nulla, dal vuoto, dal buio in cui Cristo è entrato, generato, apparso. Se persino il Precursore ammette «io non lo conoscevo», se la buona notizia è nuova, se l’ascolto della Parola è novità, se la fede è una scoperta continua, allora la liturgia di oggi fa bene a ricordarci che nemmeno noi Lo conoscevamo, per non cedere alla tentazione di non avere più niente da scoprire, capire, imparare, annunciare e testimoniare.