… ma liberaci dal bla bla bla!
ANNO C – XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Es 17,8-13 | Sal 120 | 2Tm 3,14-4,2 | Lc 18,1-8
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Ha senso pensare che Gesù contraddica se stesso negli insegnamenti offerti ai suoi? Non moltiplicare inutilmente le parole, non puntare su espressioni e ritualismi esteriori, confidare sempre sul fatto che il Padre già conosca le nostre necessità prima ancora che noi abbiamo consapevolezza per esprimerle… sono tutti i “fondamentali” con cui il Signore insegna il senso della preghiera e che trovano il proprio compimento nell’unica preghiera del Padre Nostro. Allora perché oggi sembra che invece suggerisca insistenza e determinazione? Semplice: non lo fa! Non nel modo in cui siamo soliti ridurre la preghiera a formulario o specialità di tempo e spazio. Il respiro, la vita è l’unica vera attività incessante, per cui è nella vita che la continuità del rapporto/dialogo con Dio può essere espresso: ha senso frequentare assiduamente gruppi di preghiera e dimostrarsi disinteressati nei confronti delle circostanze in cui la vita nostra e dei nostri fratelli si esprime? Quando il «Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede…» nelle dichiarazioni dei redditi? La troverà tra i prodotti in dispensa? Nella rimessa dell’auto? Nelle chat del mio telefonino? Nell’ hard disk del mio computer? Nel cassetto del comodino chiuso a chiave? Troppo facile mandarlo a cercare in sagrestia: se non vivo la fede in ogni respiro, sarà possibile che riesca a custodirla tra le pagine del breviario?