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Un terreno nuovo e fertile

ANNO C – XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Ger 38,4-6.8-10 | Sal 39 | Eb 12,1-4 | Lc 12,49-53

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

“Sono venuto per la guerra santa: non vedo l’ora d’essere ucciso e di vedere anche voi tutti contro tutti”. Possibile che sia il senso delle parole del passo di Luca? Ultimamente abbiamo visto come singoli termini, se staccati dalla persona di Gesù, spesso ingannino: «servo», «padrone» e «beato». Lo stile apocalittico del Signore è facilmente fraintendibile oggi, perché siamo abituati alle contrapposizioni, ai giudizi veloci e assoluti. In fondo ci piacciono! Il «fuoco sulla terra» può essere un riferimento alla pratica agricola del debbio, utile a migliorare il terreno, ad eliminare i parassiti e le colture infestanti, a rendere coltivabile ciò che prima era inservibile? Nuovi raccolti, frutti abbondanti, fine della faticosa e sterile schiavitù della “Legge”; non è questo il senso profondo della Buona Notizia? E il «battesimo» così atteso, l’immersione che Gesù desidera con tanta forza, non è forse mostrare il suo Amore superiore, donato fino alla fine e oltre? La «divisione» che ne deriva non è uno scontro fine a se stesso, tra uomo e uomo, ma la scelta personale di una distanza definitiva da ciò che non rispecchia quell’amore infinito del Padre, anche a costo di superare noi stessi, rinunciando a tutto quanto scetticamente siamo soliti preferire a Lui… a un passo dal «fico sterile».

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