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L’amore non ha padroni

ANNO C – XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Sap 18,3.6-9 | Sal 32 | Eb 11,1-2.8-19 | Lc 12,35-40

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Servo e padrone sono parole che, prese da sole, non ci aiutano ad entrare nella logica che la pagina del Vangelo presenta in questa domenica. Nel linguaggio odierno, servo e padrone hanno un’accezione giustamente negativa, risultato di tanti secoli di lotta per la libertà ed i diritti universali. Se non si tenesse bene a mente quale significato riveste il verbo servire all’interno del messaggio cristiano, gli esempi che l’Evangelista riporta trascinerebbero tutto verso il disastro: l’elemosina sarebbe un sacrificio forzato, il ritorno improvviso una fonte di ansia inesauribile, la veglia prolungata il prezzo da pagare per evitare severe punizioni e il padrone un’entità potente e da temere. Ma proprio con l’invito a «non temere» Gesù inizia a parlare ai suoi: se il servo è colui che sta in mezzo agli altri per amore -proprio come il Signore!-, allora tutti gli esempi si accendono di una luce completamente diversa e positiva, tranne il caso del servo infedele. Solo la fedeltà a tutto l’insegnamento e alla vita di Gesù ci permette di andare oltre il senso delle singole parole e di accedere ad una Parola più grande, ad un senso più grande. In definitiva: chi sa di aver ricevuto molto amore ha la possibilità di amare con la stessa misura, anzi di più! E così, a un certo punto, anche il padrone amato non disdegna di diventare servo.

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