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Nella culla, in una stazione… quanto altro?

ANNO C – V DOMENICA DI PASQUA

At 14,21-27 | Sal 144 | Ap 21,1-5 | Gv 13,31-33.34-35

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Ecco il Vangelo: un comandamento nuovo che esige di essere riconosciuti dai gesti concreti generati dall’amore. Quando? Come? Dove? Sempre, comunque, ovunque. Ma se ci soffermiamo a richiamare alla mente questa totalità d’amore evidente, non sono molti i luoghi o i tempi, in definitiva le occasioni, in cui ci capita di essere immersi in tanta meravigliosa grazia. Nel nostro piccolo dovremmo esercitarci, obbedendo all’indicazione di Gesù, a ricercare questa visione della realtà, provando ad allenare occhi e cuore a riconoscere le opportunità di essere anche noi riconosciuti come “amanti”. Viene in mente il reparto di maternità degli ospedali, in cui le giovani madri, con i loro familiari, vivono un momento di felicità irripetibile e -quasi sempre- tutto sembra perfetto. Oppure gli aeroporti: non si contano gli abbracci stretti stretti tra chi sta per partire o chi ha appena fatto ritorno da un lungo viaggio. Incontrarsi, ritrovarsi, riconoscersi è uno dei momenti migliori in cui, anche inconsapevolmente, la nostra umanità non può resistere a manifestare quella tenerezza che può diventare il grembo dell’amore cristiano. Allora forse bisognerebbe essere sempre pronti a “rinascere”, a “ripartire”, a “ritornare”… per abituare questo nostro cuore piccolo alla misura della richiesta di Cristo.

Leggi le altre riflessioni domenicali sulla Parola di Dio

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