Messaggio di auguri dell’Amministratore Diocesano

22 Dicembre 2025 | News, primo piano

Alla Comunità diocesana di Sassari

 

Carissimi fratelli e sorelle,

nell’approssimarsi delle festività Natalizie e della conclusione dell’anno, sento il bisogno di condividere con voi, in stile fraterno e familiare, alcune considerazioni.

L’anno che volge al termine è stato certamente, per la Chiesa, un anno straordinario: l’evento giubilare l’ha reso davvero tale. In esso abbiamo imparato a camminare insieme «pellegrini di speranza», secondo lo stile sinodale proprio della Chiesa e tanto caro a Papa Francesco; egli ci ha insegnato ad «abbondare nella speranza» per testimoniare, in modo credibile e attraente, la fede e l’amore che portiamo nel cuore, perché la fede sia gioiosa e la carità entusiasta. È la speranza che radica la nostra fede e la orienta all’incontro con il Signore che è venuto, che viene e che verrà. Essa, come ci ricorda Paolo nella Lettera ai Romani, «non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».

La morte di Papa Francesco, pur avendo segnato di tristezza l’Anno Giubilare, non ha tuttavia offuscato la nostra speranza nella vita eterna, né ci ha impedito di andare avanti, facendo tesoro del suo prezioso insegnamento e disponendoci all’accoglienza filiale del suo successore al Soglio di Pietro, il carissimo Papa Leone XIV.

Credo che, in questa circostanza, forse unica in un contesto giubilare, la nostra fede e la nostra speranza abbiano avuto un’ulteriore occasione di crescita, aiutandoci a comprendere che, al di là delle mediazioni umane, anche le più alte e significative, chi guida la barca è Lui, il Signore. E anche quando la debolezza della nostra fede ce lo rappresenta come addormentato o distratto, Egli è lì, garante di una traversata sicura e di un approdo certo.

Ciò vale anche per la nostra Diocesi che, pur avendo vissuto un particolare momento di disagio a causa del trasferimento del suo Pastore, il carissimo Mons. Gian Franco Saba, ha saputo comunque proseguire il proprio cammino, rafforzando l’impegno e il senso di responsabilità. Talvolta ha avuto il sopravvento lo sconforto per ciò che pareva perduto, o la paura per il futuro e le sue incognite; non sempre abbiamo saputo confidare in Dio e nella sua Provvidenza, e la diffidenza e il pregiudizio hanno fatto sì che prevalessero le nostre vie e non le Sue, i nostri pensieri e i nostri progetti, e non i Suoi.

Tuttavia, senza la solida base che è il Signore, ogni progetto umano, ogni costruzione, non trova stabilità e crolla miseramente su se stessa. Lui, ancora una volta, ci invita a passare dalla paura alla fede e, nella sua misericordia, sa trasformare le nostre miserie e le nostre fragilità in occasioni di crescita spirituale.

La voce dei profeti, risuonata nel tempo di Avvento che ormai volge alla sua conclusione, ci ha aiutato a tenere viva la nostra speranza, irrobustendo le mani fiacche e rendendo salde le ginocchia vacillanti, perché Egli verrà e non tarderà. La sua venuta, come pioggia sul vello, irrigherà ogni aridità, trasformando il deserto in giardino fiorito. Il fuoco del suo amore fonderà il duro ferro, trasformando le spade in vomeri e le lance in falci. La sua luce orienterà il cammino, rendendo sicuro il nostro passo, perché andiamo con gioia incontro all’Amore fatto carne, che bussa alle porte del nostro cuore.

Solo aprendo il cuore, senza paure né riserve, il mistero del Natale si rinnoverà con tutta la ricchezza dei suoi doni, perché, come ci ha ricordato Papa Leone XIV, «la sua presenza amorevole diventi per sempre il tesoro della nostra vita e del nostro cuore».

Nell’attesa di poter condividere con voi il rendimento di grazie al Signore per il dono dell’Anno Giubilare, vi chiedo di pregare per me e di saper compatire i tanti limiti e le molte fragilità che hanno contrassegnato questo tempo, nel quale il Signore mi ha chiamato alla guida temporanea dell’amata Chiesa Turritana.

Mi conforta la certezza che Dio, nella sua onnipotenza, supplisce ai tanti limiti prodotti dall’umana debolezza, donandoci la Sua grazia e il Suo amore anche attraverso mezzi e strumenti inadeguati.

Oggi, attraverso il Vangelo della IV domenica di Avvento, viene in soccorso alla nostra debolezza la figura di Giuseppe di Nazaret, l’umile carpentiere che, ponendo la sua vita nelle mani di Dio, è divenuto il grande Patriarca che, con Maria, ha cooperato all’opera della nostra redenzione. Nell’Angelus, Papa Leone ce lo ha presentato come «il protagonista di una delle più belle pagine della storia della salvezza; uomo fragile e fallibile, come noi, e al tempo stesso coraggioso e forte nella fede». Pio israelita, osservante della Legge, ma al tempo stesso persona sensibile e profondamente umana, consapevole del proprio limite e capace di accogliere e comprendere quello dell’altro.

Giuseppe di Nazaret è un vero maestro di umanità: di fronte a ciò che non comprende, non rivendica diritti né tantomeno inasprisce il giudizio; evita il rigido binomio legale del ripudio o della denuncia e, mostrandosi pietoso e compassionevole, sceglie «la via alternativa, benevola e discreta del ripudio segreto». Così dimostra di cogliere il senso più profondo della sua stessa osservanza religiosa: quello della misericordia. «La purezza e la nobiltà dei suoi sentimenti, però, diventano ancora più evidenti quando il Signore, in sogno, gli rivela il suo piano di salvezza, indicandogli il ruolo inaspettato che egli dovrà assumervi: essere lo sposo della Vergine Madre del Messia. Qui infatti Giuseppe, con un grande atto di fede, lascia anche l’ultima spiaggia delle sue sicurezze e prende il largo verso un futuro che è ormai totalmente nelle mani di Dio… Pietà e carità, misericordia e abbandono: ecco le virtù dell’uomo di Nazaret che la Liturgia oggi ci propone, affinché ci accompagnino in questi ultimi giorni di Avvento verso il Santo Natale» (Papa Leone XIV).

Faccio mie le parole del Santo Padre Leone e affido la nostra Chiesa particolare a Maria Santissima e al suo sposo Giuseppe, perché ci guidino all’incontro con il Salvatore, e auguro a tutti un Santo Natale.

Sassari, 21 dicembre 2025

Mons. Antonio Tamponi

Amministratore Diocesano

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