Celebrazione Eucaristica di ringraziamento al Signore per l’elezione di Papa Leone XIV

11 Maggio 2025 | News, primo piano

Sabato 10 maggio, nella Cattedrale di San Nicola a Sassari, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione Eucaristica di ringraziamento al Signore per l’elezione di Papa Leone XIV.

 

Di seguito si riporta l’omelia tenuta dall’Arcivescovo.

 

«In questi giorni, dopo l’elezione di Papa Leone XIV, non sono certo mancati gli stimoli e le sollecitazioni per riflettere sul ministero petrino, sulla figura del Papa. Questa sera, tuttavia, desideriamo concentrare la nostra attenzione non tanto sugli aspetti culturali, storici o sociali di questo ministero, quanto piuttosto sulla sua dimensione evangelica, sul mistero che questa missione racchiude in riferimento al mandato di Cristo. Eleviamo dunque la nostra lode al Signore, innanzitutto per averci donato colui che ci conferma nella fede e ci accompagna come segno visibile di Gesù Buon Pastore. Egli è espressione dell’azione dello Spirito Santo, che assiste la Chiesa di Cristo con lo Spirito che dona la vita, e la dona in abbondanza.

 

Prima abbiamo potuto contemplare l’abbondanza dei doni del ministero dell’amato Papa Francesco; oggi la vediamo riflessa in colui che è stato chiamato a succedergli nella linea apostolica. Gesù ci ricorda qual è il progetto di Dio per l’umanità: un progetto di vita. Egli si pone davanti a noi come Colui che pronuncia una parola, una parola che desidera sia ascoltata. Cioè, una parola che orienta, una parola che indirizza, una parola che è il segno della sua presenza in mezzo a noi. Infatti, è proprio delle sue pecore essere in atteggiamento di ascolto, e non solo: Egli conosce le sue pecore. E tutto questo genera un movimento, che è quello della sequela.

 

Leone XIV è posto come segno visibile di questo amore di Cristo, come pastore che annuncia la parola del Vangelo. E infatti il suo primo saluto è stato il saluto del Cristo Risorto: “la pace sia con voi”. È una pace abbondante, è l’effusione dello Spirito Santo, lo Spirito che ci unisce a Dio, che ci unisce tra di noi e toglie ogni forma di lite e di contesa. È lo Spirito che genera vita nella Chiesa. È colui che è stato scelto proprio per guidare, come vicario di Cristo e successore di Pietro, la Chiesa di Dio. Ancora una volta ci ha fatto udire le parole del Signore Risorto. E noi desideriamo accoglierle con spirito di amore, proprio volendo vedere in quel saluto il saluto di Gesù Risorto, il segno sacramentale visibile di Gesù Risorto che guida la Chiesa e l’umanità.

 

Infatti, Dio desidera donare la vita eterna e desidera che nessuno vada perduto. Lo stesso messaggio che abbiamo potuto ascoltare è una parola rivolta affinché ogni creatura umana sia custodita, affinché ogni creatura umana possa avere la vita. Il progetto di Dio è proprio quello di liberarci dallo smarrimento. Egli, infatti, ha sottolineato come certe forme di ateismo e l’assenza della fede possano talvolta generare uno smarrimento che disorienta l’orizzonte della nostra vita, talvolta forse anche senza rendercene sufficientemente conto.

 

E perciò l’annuncio della fede non è un annuncio astratto, non è un annuncio che ha due volti – uno interno alle chiese, alle sacrestie potremmo dire, e uno agli ambienti di vita, alla ferialità, al quotidiano, alla vita sociale. Vi è un annuncio unico. Il Vangelo è uno, e il Vangelo viene annunciato per la vita nelle sue espressioni. E così non possiamo che rendere lode al Signore anche per la sensibilità che ha voluto porre nel cuore e nella mente del nuovo Papa, che si pone come un pastore attento alle realtà sociali, espresso anche nel nome di Leone, nella viva memoria di Leone XIII, il pastore della Rerum Novarum.

 

E come allora, anche oggi, tante cose nuove, inedite quasi, segnano il vissuto dell’umanità. E quindi, è dentro questa realtà concreta – come ci ricordava Papa Francesco – che si pone l’esigenza di abitare la realtà: il Signore ci ha donato un pastore per aiutarci a interpretare, alla luce del Vangelo, le cose nuove.

 

E questo è un messaggio di speranza, perché esprime il mistero di una Chiesa che getta ponti, di una Chiesa che dialoga, non di una Chiesa barricata in sé stessa, ma capace di guardare alle cose nuove per saperle interpretare con l’occhio del Vangelo, con lo sguardo di Gesù. E allora, con lode e gratitudine, ringraziamo il Signore perché mai ci lascia soli nel nostro cammino: sempre ci accompagna la sua dolce e confortante presenza, proprio come in modo molto tenero ha espresso il Santo Padre, prendendoci per mano. È questa la via del Vangelo. È questa anche una delle più antiche raffigurazioni del Buon Pastore, riportata nelle tradizioni delle catacombe e nella bella raffigurazione del mausoleo di Galla Placidia. E quindi, presi per mano da Cristo Pastore, presi per mano da Leone XIV, il nostro Buon Pastore, camminiamo con fiducia e con speranza per interpretare e vivere le realtà nuove, non da spettatori, ma da persone realmente coinvolte».

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