Nel pomeriggio di lunedì 14 aprile, a Sassari, nell’Aula “Giovanni Bo” del Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Farmacia, si è svolta la celebrazione della Pasqua dell’Università, un appuntamento consolidato e significativo per l’Università Turritana, promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale universitaria e la Fondazione Accademia. Segno concreto del dialogo vivo tra l’Arcidiocesi e il mondo accademico, che trova in questa occasione un momento di riflessione comune e di condivisione spirituale.
Il tema proposto quest’anno – Si può ancora sperare? – è stato affrontato attraverso contributi di grande spessore, che hanno stimolato interrogativi profondi e prospettive ricche di senso.
Prof. Giuseppe Pintus, con un intervento di taglio teologico-filosofico, ha proposto una riflessione intensa e profonda sul tema della speranza, mettendo in luce il pensiero di Hans Urs von Balthasar e richiamando la figura di Charles Péguy. Al centro della sua analisi, la domanda “per chi sperare?”, che ha aperto alla comprensione della speranza come opera, missione e impegno, una forza generativa che si incarna nella realtà attraverso il Bello, inteso come epifania di Dio nel mondo.
Prof. Alessandro Ponzeletti, docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Sassari, ha offerto una lettura artistica del tema, soffermandosi su due opere emblematiche: La Speranza di Gustav Klimt, in cui la speranza si incarna in una donna in attesa, metafora dell’esistenza umana protesa verso un futuro profondamente desiderato; e Il ponte di Eraclito di René Magritte, immagine suggestiva che evoca la tensione verso il compimento, sospesa tra sogno e dubbio, tra desiderio e incertezza.
Mons. Salvatore Fois, Delegato vescovile per l’Educazione, ha concluso offrendo una lettura positiva e motivante: sperare è possibile, perché esiste una ragione profonda che spinge l’uomo a vivere pienamente. È la speranza, infatti, a dare senso, direzione e respiro all’esistenza quotidiana.
L’incontro è stato anche occasione per un momento di saluto e riconoscenza. Il Magnifico Rettore, prof. Gavino Mariotti, ha ringraziato l’Arcivescovo Mons. Gian Franco Saba, che si appresta ad assumere il nuovo incarico di Ordinario Militare per l’Italia, per l’impegno profuso nel corso degli anni nel costruire e rafforzare il dialogo tra la Chiesa diocesana, la Fondazione Accademia e l’Università. Un lavoro prezioso, frutto di relazioni autentiche.
Nel suo intervento, l’Arcivescovo Mons. Gian Franco Saba ha detto:
«Saluto il Magnifico Rettore, professor Gavino Mariotti, i Rettori emeriti, il professor Maida, il professor Mastino, i Direttori di Dipartimento, il Prorettore, i Chiarissimi Professori, gli Illustri Studenti e tutti i partecipanti.
Questo è per me un momento di particolare commozione. In otto anni si è consolidato un clima di collaborazione autentica, di dialogo costruttivo e, permettetemi di dire, anche di familiarità e amicizia. Lasciare un incarico è sempre motivo di sofferenza. Tuttavia, si tratta di un lasciare per continuare a servire, nella fedeltà alla vocazione e alla missione che ci impegna al servizio della Chiesa. Questo rappresenta per me l’elemento fondamentale.
Desidero altresì sottolineare che i rapporti costruiti – tanto a livello personale quanto istituzionale – non sono destinati a interrompersi. Come è noto, il servizio dell’Ordinario Militare non si riferisce a una Chiesa territoriale, ma a una diocesi assimilata a una Chiesa personale, con una prospettiva più ampia e articolata.
Nel pieno rispetto del mio successore e della dimensione territoriale della diocesi, intendo continuare a sostenere, nei limiti consentiti, quelle speranze e quei percorsi che abbiamo condiviso, affinché il territorio possa continuare a beneficiare dell’impegno volto alla promozione e alla cura integrale della persona umana, anche attraverso legami di affetto e collaborazione.
Sono stati per me anni significativi, segnati da un confronto rispettoso dei ruoli istituzionali e da una convergenza su temi comuni. Abbiamo lavorato per la promozione di progetti condivisi, nella consapevolezza che il territorio di Sassari necessiti oggi di un rinnovato slancio. Le risorse, le competenze, le energie non mancano. Forse occorre un ulteriore impulso, un nuovo spirito capace di mettere in connessione le molte ricchezze di storia, cultura, professionalità e umanità di cui il territorio dispone.
Le realtà menzionate dal Rettore – dagli ospedali alle imprese, dai centri di ricerca alle attività economiche – riguardano concretamente la vita delle persone, la loro serenità e la loro speranza quotidiana. Non si tratta di settori di nicchia, ma di ambiti vitali per la comunità. Mi auguro, pertanto, che l’impegno di tanti, qui presenti, possa condurre a risultati concreti e condivisi.
Per quanto attiene più direttamente alla sfera diocesana, desidero salutare la città attraverso un atto concreto: la riapertura del Marianum, del Collegium Mazzotti e del “Rifugio la Madonninadi Santulussurgiu”. In queste ore si stanno concludendo nel sud della Sardegna le ultime valutazioni in merito. Confido che non vi siano impedimenti, nella consapevolezza che tali istituzioni non interessano soltanto Sassari, ma l’intero territorio regionale. Esse possono costituire punti di riferimento anche nel processo di internazionalizzazione di molteplici realtà.
Rimane, inoltre, l’Accademia – di cui attualmente ricopro la presidenza – pur appartenendo alla sfera diocesana e quindi afferente all’Arcivescovo Metropolita di Sassari. Confido che, con spirito fraterno, si potranno individuare le vie più opportune per proseguire nel solco di quanto condiviso, a beneficio di uno sviluppo armonico e durevole.
Rivolgo a tutti un sentito ringraziamento. Ho percepito, in questi anni, la stima e l’affetto delle istituzioni e dei loro rappresentanti. Sassari resterà sempre la mia prima diocesi, una diocesi alla quale mi sento profondamente legato».
Durante la Celebrazione Eucaristica, che si svolta nella Chiesa del Santissimo Sacramento, è stata elevata una speciale preghiera per Mons. Gian Franco, affidando al Signore il suo nuovo ministeroepiscopale, nella certezza che il seme di speranza seminato in questi anni nella diocesi turritana continuerà a dare frutto.