Ieri, con gli universitari, abbiamo riflettuto su questa domanda decisiva: nella vita c’è una promessa di bene su cui vale la pena scommettere, oppure tutto è frutto del caso e, in fondo, una grande fregatura?
A guidarci in questo percorso è stata la figura luminosa di Chiara Corbella Petrillo, una giovane donna che, a soli 28 anni, ha dato la vita per far nascere suo figlio. Abbiamo ascoltato le sue parole, la sua testimonianza sulla prima gravidanza, vissuta subito dopo il matrimonio con Enrico. Un cammino non facile: la loro prima figlia, Maria Grazia Letizia, era affetta da anencefalia, una condizione incompatibile con la vita. Eppure, Chiara ed Enrico hanno scelto di portare avanti la gravidanza, accogliendo la bambina come un dono e un mistero pensato per loro dal Padre.
“Forse non sai che sei nata per l’eternità
e che io non sono tuo padre né lei è tua madre
pensa! Chi ti ha desiderato è anche nostro Padre
lo so, è un po’ complicato, ma presto capirai
la vita è meravigliosa.”
(Dal libro “Siamo nati e non moriremo mai più”)
A questa testimonianza si è aggiunta quella della prof.ssa Anna Maria Posadino, che ci ha raccontato la storia di una coppia di suoi amici, vissuta in modo simile a quella di Chiara Corbella. Attraverso il suo racconto abbiamo colto la misteriosa bellezza di accogliere la vita come un miracolo, anche nelle sue imperfezioni. La scelta di due genitori di accettare e amare due figli con malattie genetiche si è rivelata un dono immenso, capace di trasformare radicalmente la loro esistenza e di spalancare lo sguardo alla realtà con la semplicità di un bambino, capace di stupirsi davanti alla bellezza della vita.
Le testimonianze emerse hanno messo in luce un aspetto profondo: vivere significa entrare dentro un Mistero indecifrabile, che spesso scompagina i nostri progetti, ma al tempo stesso ci regala una vita nuova.
Ma cosa può dare speranza nei momenti critici? La presenza di un amico che ci sostiene nella prova, che ci mostra che nella vita esiste una promessa di bene per cui vale la pena lottare ogni giorno.
Come scrive Italo Calvino:
“Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”