Nel pomeriggio si sabato 26 ottobre, Thiesi, nella chiesa di Nostra Signora di Seunis, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica interparrocchiale con i bambini, i ragazzi, i ministranti e le famiglie.
Di seguito riportiamo l’omelia l’arcivescovo tenuta dall’Arcivescovo rivolgendosi direttamente ai giovani presenti.
«Cari ragazzi, sono contento di incontrarvi questo pomeriggio. Vedo che oltre ai ragazzi di Thiesi partecipano numerosi anche quelli di Cheremule e Torralba. Questo è un bel territorio e voi ne siete l’espressione più bella.
Nel Vangelo abbiamo ascoltato Gesù che ci parla. L’evangelista racconta che, mentre Gesù è in cammino con i suoi discepoli,incontra un cieco che sta pregando perché si rende conto che sta passando Gesù. Il cieco grida: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me”. La richiesta “Abbi pietà di me” è importante.
Gesù trova dunque una persona che ha difficoltà a camminare, che è al margine della strada ed è cieco. Trova una situazione di sofferenza. E ciò che quell’uomo chiede: “abbi pietà di me”. Chiede di poter riacquistare la vista, chiede a Gesù ciò di cui ha più bisogno, ciò che sente maggiormente nel cuore. E Gesù cosa fa? Si ferma, non rimane indifferente. Gesù è attento a questo grido del cuore. Gesù è buono, altruista, attento alla situazione che sta accadendo. Al cieco pone una domanda; con lui entra in confidenza, in contatto, in dialogo. Gesù gli presta attenzione e gli dice: “Vai, la tua fede ti ha salvato” e subito quell’uomo vede di nuovo e segue Gesù sulla strada. Sono delle parole molto importanti quelle di Gesù. Il cieco prima era seduto e poi si è messo in cammino con Gesù. Gesù non dice a questa persona: “Tu eri bravissimo, hai osservato tutti i comandamenti”, ma: “Vai, la tua fede ti ha salvato”.
Questo è un passaggio importante, perché man mano che si cresce c’è il rischio di pensare che ci si deve avvicinare a Gesù solo quando ci si sente soli. Egli invece ci accoglie sempre, in ogni circostanza. Vedete, la persona di cui ci parla il Vangelo ottiene ciò che gli stava più a cuore, ciò di cui aveva più bisogno. Questa persona poi non dimentica Gesù, ma lo segue nel cammino. La fede rimette in moto questa persona. Ma la fede è unita all’amore. È proprio così: l’amore è un elemento fondamentale, perché la fede senza l’amore è fredda. L’amore riscalda la fede, la Illumina. Ecco, questo è molto bello.

Essere cristiani vuol dire seguire Gesù nel suo cammino. So che vi state educando ogni giorno a fare questo. Ad esempio, il catechismo vi aiuta a seguire Gesù. Non è ancora iniziato per quest’anno ma inizierà tra un po’. So che fate anche altre cose, tra cui i campi estivi che vi aiutano a seguire Gesù. So che vi incontrate anche per giocare, per crescere nell’amicizia e questo vi aiuta a seguire Gesù. Partecipare alla Messa la domenica vi aiuta a seguire Gesù.
Vi invito ad avere la medesima determinazione che ha il cieco di cui oggi ci parla il Vangelo: stava al margine della strada e dopo l’incontro con Gesù inizia a seguirlo.
Non stare al margine è anche il compito degli adulti. A volte ci può essere qualche difficoltà che potrebbe spingerci a stare al margine, succede quando uno non ci si sente sereni con sé stessi o con gli altri, quando ci si sente nel peccato. A volte si sente di non avere fede, ci si sente deboli. Gesù ascolta le nostre grida, ci fa uscire dalle situazioni di marginalità per essere persone in cammino. E questo il Signore lo fa sia singolarmente a ciascuno di noi, rendendoci discepoli in cammino, ma anche come Chiesa.Anche la Chiesa è chiamata a lasciarsi ridare la vista da Gesù. Il Concilio Vaticano II ce l’ha ricordato con la Lumen Gentium. “Farci ridonare la vista da Gesù”: questa è la vera conversione pastorale, questo è l’impegno pastorale, questo è il vero rinnovamento pastorale. Chiediamo a Gesù che ci renda una Chiesa capace di vedere e una Chiesa in cammino dietro di lui.
Un pensiero desidero rivolgerlo anche agli obrieri che organizzeranno la festa di Nostra Signora di Seunis. Questo è il vostro progetto nei comitati: aiutare a far passare la fede, a trasmettere la fede. E così anche alle catechiste che tra un po’ riceveranno il mandato: il vostro servizio è tanto grande, è tanto importante. Spesso siete voi quelle persone di cui Gesù si serve per ascoltare il grido di chi sta al margine; siete voi coloro che aiutano le persone a rimettersi in cammino. È una bella missione la vostra e mi fa piacere che voi viviate la vostra preparazione per questo grande servizio sia in parrocchia sia a livello diocesano. Tante persone hanno bisogno di sentire che almeno in Chiesa non sono ai margini della società. È bello immaginare che i nostri servizi siano il segno di Gesù che passa e che trasferisce il dono dell’amore e della misericordia».