Giovedì 19 settembre, nella chiesa parrocchiale di San Paolo Apostolo, a Sassari, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica in occasione della festa di San Matteo Apostolo, patrono della Guardia di Finanza.
Di seguito riportiamo l’omelia tenuta dall’Arcivescovo
«La festa del Patrono, in questo caso di San Matteo Apostolo, ispira le ragioni di una professione, di un’esperienza di vita, di una presenza nella Chiesa e nella società. E quindi, in questo momento, lo sguardo di ciascuno di noi rivolto a questa figura ha come obiettivo il desiderio di voler trovare in lui non solo colui che ci protegge e intercede per noi presso il Padre, presso Gesù, ma anche un modello di umanità. San Matteo ci aiuta a scoprire come l’incontro con Cristo diventi trasformativo della nostra vita.
L’incontro di Matteo con Gesù, infatti, è stato il segno, l’occasione per un nuovo inizio. Egli, anzitutto, è coperto dallo sguardo di Gesù il quale – sottolinea l’evangelista – mentre passa, lo vede seduto al banco delle imposte e gli porge una proposta: “Seguimi”. Matteo si alzò e lo seguì (Mt 9,9).
Perché l’Evangelista intende annotare che lo trova seduto al banco delle imposte? Perché ricopriva un ruolo che certamente non era di gradimento nelle diatribe sociali tra l’Impero Romano e la tradizione del mondo ebraico del tempo. Anzi, era un luogo e uno spazio di conflitto, uno spazio di contesa, uno spazio di separazione. Ma Gesù gli porge un invito: “Seguimi”. Matteo ne coglie l’importanza: si alzò e lo seguì.
È un sequela molto importante poiché Gesù siede con questa persona a mensa (Mt 9,10). Questo sedere a mensa di Gesù indica proprio la missione del Figlio di Dio: egli è venuto a condividere la condizione umana in qualunque situazione, per attrarla verso di sé, per attrarla verso il farmaco della guarigione, che è la misericordia. Tant’è vero che l’evangelista ci ricorda la risposta di Gesù all’uditorio: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati». L’opera di Dio verso la creatura umana è sempre di recupero, è sempre risanativa.
Il Signore cerca di trarre la persona da tutto ciò che in qualche modo toglie la propria dignità, toglie la propria bellezza, per immetterla in una nuova condizione. Toglie Matteo dal banco delle imposte per rimetterlo nella mensa della misericordia di Dio. Il problema qui non sono le imposte, ma il metodo iniquo di tutto ciò che potrebbe talvolta accompagnare certi sistemi di vita. Matteo è dunque sottratto non da una professione, ma da uno stile di vita che non è buono, che non è bello, per essere immesso in un nuovo banchetto, il banchetto della misericordia di Dio.
Questo è il senso del banchetto dell’Eucaristia, che è un banchetto di recupero, di risanamento. Gesù nell’ultima cena ha detto: “Questo è il mio corpo offerto per voi, questo è il mio sangue versato per voi” (Lc 22, 19-20). L’invito alla Mensa eucaristica è rivolto a ogni persona. Tutti noi siamo dei peccatori invitati al banchetto dell’Eucaristia. Credo che questo dia fiducia, speranza, forza all’individuo quando con la sua umanità si pone davanti al Signore che chiama. Gesù chiama per nome, dice: “Seguimi” (Mt 9,9). Non può esservi parola più bella, perché questo invito di Gesù ci riporta a quello che è il progetto di Dio verso l’umanità, verso la creatura umana, alla quale dice: “Seguimi”.
Volendo pensare al compito del cristiano nel mondo, vorreirievocare ciò che il Concilio Vaticano II ci ricorda alla luce del Vangelo. Il cristiano è lievito di vita nuova, è chiamato ad essere lievito che fermenti una pasta buona. L’Apostolo Paolo parla di azzimi della nuova Pasqua, della nuova vita. Ed ecco che ogni persona nel proprio stato di vita, qualunque sia la sua missione, qualunque sia la sua vocazione, può essere all’interno dell’umanità un risanatore, una persona che apporta vita nuova, che apporta linfa nuova. Questa è l’opera di Gesù, è l’opera di Dio. Gesùchiama a sé Matteo perché lo segua. Matteo dopo essere stato chiamato, dopo essere stato coinvolto nella chiamata, è stato inviato per annunciare la buona novella.
Vi è un altro aspetto che il Vangelo ci suggerisce. Vi sono delle cose che nell’esistenza umana possono essere risolte con la scienza, con le tecniche, con i mezzi umani; vi sono altre cose che possono essere risolte solo con la grazia della misericordia di Dio, in tutte le condizioni e in tutte le dimensioni. Questo diventa un annuncio liberante per la persona umana perché cambia la relazione con Dio.
Possa San Matteo – che la Guardia di Finanza ha come proprio patrono –, grande figura della Chiesa, Evangelista e Apostolo, aiutarci a scoprire la via di Gesù che è disceso per chiamare, per sedere a mensa e per invitare alla sua mensa. Questo invito noi lo riceviamo tutte le settimane nell’Eucarestia domenicale.L’Eucarestia è il banchetto al quale il Signore ci convoca per condividere con noi la Sua presenza e il Suo dono, ciò che stiamo vivendo in questo momento. Convocati al Suo banchetto, chiediamo a Lui la grazia di sperimentarne la Sua presenza nelle fibre, nelle corde più intime della nostra esistenza».