Nella mattinata di Domenica 12 maggio, l’arcivescovo Gian Franco Saba ha presieduto la Celebrazione eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione nella parrocchia Natività di Maria a Usini.
Nell’omelia l’arcivescovo, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, ha detto:
«Desidero vivere con voi in questo momento per approfondire il grande dono che state per ricevere: il dono Spirito Santo, che viene da Gesù Risorto. Questo dono Gesù Risorto lo dà per mezzo del Vescovo, che nella comunità è il segno sacramentale della presenza di Gesù Risorto che viene a donarvi lo Spirito Santo.
È bello che noi ci incontriamo per farvi un dono. Quando una persona vi fa un dono, voi avete piacere di ricordarla? Sì! Anch’io ho piacere di conoscere sempre più voi e di ricordarvi perché vengo a darvi un dono importante. Il vescovo viene proprio in nome di Gesù, per darvi un dono, che poi noi possiamo valorizzare. È proprio questo che vorrei mettere in evidenza: il dono dello Spirito Santo non è solo un dono personale. È un dono anche personale, certamente, ma è un dono che riguarda la comunità e l’ha sottolineato bene la catechista che vi ha presentati. Questo è il primo messaggio che vorrei condividere con voi. È quello di coltivare con voi un’amicizia. A breve si terrà nella nostra diocesi un incontro con tutti i Cresimati che ho incontrato in questi anni. È un cammino che desidero attivare insieme ai collaboratori, con l’aiuto dei parroci, con l’aiuto delle catechiste, perché questo incontro di Chiesa, questo incontro di famiglia, non sia un incontro superficiale ma un incontro vero, un incontro come lo desidera Gesù, affinché cresciamo come comunità, come Chiesa.

L’altro aspetto che voglio sottolineare è quello che voi ragazzi – come ha detto la vostra catechista – avete il piacere di crescere e fare esperienza come cristiani. E allora ecco: questa è una via per crescere come cristiani. È un impegno della comunità: crescere insieme, camminare insieme. Questa è l’esperienza che noi chiamiamo sinodo. Camminare insieme. Far sì che le parrocchie escano da un loro isolamento.

Il senso della Chiesa diocesana, dell’unica famiglia – e questo è il compito anche del Vescovo – è radunare la famiglia. L’altro aspetto che voglio condividere con voi è proprio questo: il dono dello Spirito Santo Gesù ve lo dà perché lo valorizziate. E Gesù oggi nel Vangelo ci dice come siamo chiamati a valorizzare questo dono: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”.

Gli apostoli sono stati inviati. Lo Spirito Santo aiuta chi trasmette la Parola di Dio a trovare il linguaggio per trasmetterla. Aiuta anche chi la riceve, chi riceve l’annuncio. Non è sempre facile comprendere la Parola di Dio, qualche volta siamo disponibili e qualche volta può esserci un po’ di pigrizia, un po’ di distrazione. Lo Spirito Santo ci aiuta a concentrarci per valorizzare quindi questo mandato di Gesù. Impegniamoci a essere discepoli missionari che annunziano Gesù. Approfondite questo con le vostre catechiste, col vostro parroco, con i vostri educatori, con i vostri genitori: sono loro i primi garanti della fede, sono loro che vi hanno portato in chiesa per ricevere il primo grande dono, quello del Battesimo.

Pensate, i vostri genitori prima vi hanno dato la vita, e la vita è un dono di Dio, poi hanno chiesto per voi il Battesimo e anche il Battesimo è un dono di Dio. Vedete, questo dialogo è tra Dio e noi, tra noi e Dio. Dio ci coinvolge, Dio richiede la nostra volontà, la nostra adesione, la nostra partecipazione.

Nella nostra mente e nel nostro cuore lasciamoci guidare dallo Spirito Santo. Saremo persone che portano i segni dello Spirito Santo. San Paolo cita questi segni dello Spirito Santo nella Seconda lettura che abbiamo ascoltato: l’umiltà, la dolcezza, la magnanimità, la capacità di sopportarsi l’uno con l’altro, l’amore vicendevole, l’unità. Sono belli questi doni ma ci vuole il nostro impegno.

Il Signore ci aiuta, lo Spirito Santo ci aiuta per fare questo.

Oggi ci sono guerre e tanti ragazzi della vostra età vivono nella guerra. Non esiste solo la guerra che vediamo in televisione. Vi sono guerre quotidiane, quelle vicine a noi. Cerchiamo di arrivare sempre alla pace. Guardate, questo è il sinodo. Il cammino sinodale è questo. La conversione pastorale è questo. E questo è il sigillo che desidero mettere anche alla Visita pastorale che oggi trova un momento sacramentale molto importante».