Nel pomeriggio di domenica 17 Marzo, nel Santuario della Beata Vergine Noli me Tollere a Sorso, l’arcivescovo Gian Franco Saba ha presieduto la Santa Messa in occasione dell’assemblea ecclesiale cittadina. Dopo la celebrazione, alla quale hanno partecipato gli appartenenti ai gruppi, comitati e associazioni, si è tenuto un dibattito sul tema “Alla radice della nostra fede per coltivare un sogno di unità”.

Il messaggio del vescovo Gian Franco

<< La celebrazione di questa assemblea ecclesiale cittadina a Sorso è un segno concreto del cammino di vita ecclesiale che desidera dare un volto concreto alle sollecitazioni di Papa Francesco presenti nell’Evangelii Gaudium, vera lucerna di questo cammino. È bello che dalla dimensione laica della vita diocesana nei nuclei delle parrocchie avvenga questa esperienza di conversione pastorale, del rinnovato slancio dell’annuncio del Vangelo, della Chiesa che si interroga circa la sua missione oggi. La Parola di Dio ci aiuta a comprendere il senso di questo appuntamento che insieme nelle parrocchie state portando avanti. “Se uno mi vuole servire mi segua, e dove sono io là sarà anche il mio servitore” – dice il Signore nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Questa è la prima luce che il Signore ci consegna per essere Chiesa. La via della Chiesa è sequela del Signore, vita di discepolato, un continuo scoprire Cristo, incontrarlo. Ogni servizio pastorale qui in questa assemblea ha un senso nella sequela di Gesù., ogni servizio della Chiesa diventa significativo nella misura in cui si manifesta nella sequela di Gesù. La storia della salvezza ci ricorda che però non sempre è facile riuscire a seguire Gesù, seguire Dio. Ci sono momenti di slancio e momenti di prova, difficoltà. Ce lo raccontano i profeti, è accaduto ai discepoli che hanno vissuto il tempo di Gesù ma avviene nella Chiesa di tutti i tempi. Il profeta Geremia ci propone l’invito che il Signore rivolge al popolo, l’invito di una nuova alleanza: a un certo la casa di Israele ha perso la fertilità, ha sperimentato nella sua vita di fede che aveva perso lo slancio. Di fronte a questa situazione Dio suscita Geremia per annunciare ad Israele il desiderio di Dio, per una nuova alleanza con essi. Dio vede che il popolo ha perso slancio, ha smarrito la via ed ecco che il Signore va a bussare al suo cuore. Questa è la conversione pastorale, questo è il cammino sinodale, il cammino di un’assemblea ecclesiale: il cuore di una Chiesa che si lascia interpellare da Dio. Ed è proprio nel cuore di ognuno di noi che, in questa sede di legami e di rapporti, Dio pone la sua legge. Questo è un lavoro che viene svolto dall’interno e vi incoraggio a portarlo avanti con slancio e motivazione perché questa esperienza è costante nelle relazioni con Dio. Bisogna sostare per riascoltare la chiamata, l’invito ad una relazione di amore rinnovato. Ciò che si fa non è un’operazione organizzativa, una cosa da fare all’esterno. La prima cosa che si fa è vedere la nostra interiorità, il nostro cuore, per valutare la nostra relazione, il vero legame con Dio. Dio si rivolge al cuore di ognuno di noi per raggiungere tutti i sensi. Come assemblea ecclesiale è bello cercare di ascoltarsi, fare il punto della situazione, rinnovarsi, ripensarsi. Questo deve essere fatto ripartendo da un rinnovato incontro con il Signore. Talvolta si parte incontrando alcune amarezze, come la nostalgia di un passato che non c’è più, la lamentazione, sentire dei malesseri e non sapendo dare risposte cercare la via più breve, la smemoratezza, il dimenticare la chiamata ovvero la ragione profonda del nostro essere discepoli missionari. Il profeta è inviato alla casa di Israele, a tutti: questo ci insegni ad uscire dalla visione clericale della Chiesa. Le figure dei sacerdoti, religiose e religiosi sono fondamentali ma ognuno di noi, che fa parte del popolo santo di Dio, ha una responsabilità nell’alleanza. Dio fa un’alleanza con tutti, non solo con pochi scelti. Siamo qui in quanto battezzati. Questo progressivo cammino dal basso porta non a dire chi siamo, passare dal “chi sono” al “chi siamo”. Siamo il popolo di Dio in cammino, un popolo di discepoli missionari in cammino. Questa è la chiave per creare un cuore nuovo, per entrare in una nuova logica di partecipazione alla missione di amore di Cristo. Ringrazio tutti i sacerdoti, ciascuno di voi e vi invito ad andare avanti, auspico che ogni paese o città con più parrocchie faccia questo lavoro e che diventi zonale. È molto importante questo lavoro dal basso per sentirci comunità, per sentirci popolo dell’alleanza. Occorre fare questo lavoro per riscoprire la dimensione della Chiesa, per essere un popolo convocato per camminare insieme. Tutta la Chiesa, seguendo l’invito del Santo Padre, è chiamata a riscoprire questo nuovo legame con Dio: ci farà sperimentare di essere un popolo che con gioia vive l’alleanza e non con lamentazioni e nostalgie di un passato che non c’è più>>.