Nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre, in occasione della visita pastorale dell’Arcivescovo Gian Franco Saba, si è tenuto nel centro sociale di Giave l’evento “Le vie del Meilogu, tra natura, identità e spiritualità”, un momento di dialogo destinato al mondo della cultura, alle istituzioni e all’imprenditoria locale. Tutte le comunità visitate fino ad ora dal vescovo nel territorio dell’Arcidiocesi hanno ospitato degli eventi a tema promossi da Fondazione “Accademia. Casa di popoli, culture e religioni” con l’intento di dar vita a un dialogo, trattando i sottili temi che riguardano la delicata sfera del lavoro. L’area interessata, quella del Meilogu – e in particolare quella dei tre centri che hanno ospitato l’apertura della visita pastorale Cossoine, Giave e Bonorva – offre infatti importanti spunti di riflessione per quanto riguarda la sfera del lavoro. Un territorio che da anni, ormai, deve difendersi dal fenomeno dello spopolamento come più volte ricordato dagli amministratori incontrati dall’arcivescovo nelle settimane di visita pastorale. Le principali realtà si rifanno al lavoro legato alla terra, tra agricoltura e allevamento che sempre più si proiettano all’innovazione per stare al passo coi tempi e per rispondere alle esigenze imposte dal ritmo serrato, frenetico del mercato del lavoro. Il dibattito organizzato a Giave, fortemente voluto dalla Fondazione Accademia per mettere una lente d’ingrandimento su una delle regioni storiche dell’Arcidiocesi di Sassari, ha messo in rilievo l’importanza di saper fare rete prima, come esseri umani, e poi come aziende del territorio unite per il bene comune e per la promozione del territorio stesso. Un territorio ricco di bellezze naturali e realtà produttive legate alla terra che, tra crisi, difficoltà e problemi di varia natura resistono negli anni.
“Per questo – sottolineano i rappresentanti delle aziende presenti – è importante perseverare nel saper fare rete e investire su formazione e specializzazione”. E a tal proposito, l’Arcivescovo Gian Franco riprende le parole di Papa Francesco che più volte ha affermato che “nessuno può salvarsi da solo”. Anche il mondo del lavoro “fuori dalle mura” di Sassari, è invitato a solcare il cammino tracciato dal sommo Pontefice e al quale, la nostra arcidiocesi, ha aderito fin da subito. Una Chiesa che risponde all’esigenza di inclusione, di apertura e che riguarda tutte le sfere dell’esistenza umana. Anche per questo, durante la visita pastorale, nessuno viene trascurato e il dialogo con istituzioni e realtà del territorio resta aperto al termine delle settimane di appuntamenti alla presenza del vescovo. L’evento a Giave si è aperto con i saluti istituzionali del sindaco Gian Mario Chessa e del sacerdote don Pietro Faedda. Relatori della serata Gavino Matteo Latte della Fondazione Accademia che ha tenuto un intervento dal titolo “Il valore del lavoro nella dottrina sociale della Chiesa” e Roberto Furesi, docente del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari, che si è soffermato sull’importanza dello sviluppo sostenibile a partire dal riconoscere il valore della Campagna, della sua ricchezza, dell’investire su di essa e del costruire il futuro a partire da essa. Presente, al tavolo dei relatori, anche Franco Spada, direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi sociali e il lavoro.