Sabato 22 aprile l’Arcivescovo Gian Franco, impegnato nella visita pastorale, ha partecipato alla Festa della Croce, nella frazione di San Lorenzo a Osilo, per il trentennale della Confraternita di Santa Croce di Osilo. Hanno partecipato anche altre confraternite della Forania di Ploaghe: l’Arciconfraternita di Santa Croce di Ossi, la Confraternita di Santa Croce di Usini, la Confraternita Santa Vittoria di Tissi, il Gruppo Apostoli di Chiaramonti. Prima tappa della lunga mattinata la “Casa del Fanciullo” di San Lorenzo, dove vescovo, sacerdoti e confraternita si sono ritrovati. L’incontro è iniziato con l’intervento di Don Matteo Bonu, vicario della Forania di Ploaghe: “Grazie all’Arcivescovo per la sua presenza. Quella di stamattina è una bella esperienza, nei giorni della visita pastorale è importante riunirsi e ritrovarsi perché voi membri delle confraternite siete testimoni credibili di una storia religiosa che va avanti anche grazie al vostro impegno e alla vostra testimonianza di fede”. Presenti anche don Emanuele Piredda e don Angelo Farina. Dopo i saluti di don Matteo Bonu, l’Arcivescovo Gian Franco si è rivolto direttamente alle confraternite presenti: “Grazie a tutti per essere qui – ha detto -. La vostra esperienza nelle confraternite ci ricorda quanto sia importante perseverare, nel tempo, per portare avanti ciò che fate. So che il vostro è un impegno costante, talvolta rinunciate al vostro tempo libero, ad altre attività per dedicarvi a questo, grazie di cuore per il vostro impegno. Si è parlato di 30 anni della Confraternita di Osilo, un traguardo importante. Approfittiamo di questo momento per chiederci e riscoprire come rigenerare le esperienze delle confraternite. Dopo gli anni 60 si è vissuta una crisi generale delle confraternite in seguito alla riforma liturgica. All’interno delle confraternite c’è stata difficoltà a recepire la riforma, una riforma che distingueva tra azione liturgica e altri prassi della Pietà Popolare. Le confraternite nascono dentro la liturgia: voi siete un’espressione ecclesiale, una realtà ecclesiale, non folkloristica. Occorre andare avanti, perseverare, e rinnovarsi. Siete nati dentro la liturgia e per la carità, perché questi concetti vanno di pari passo. I cori all’interno delle confraternite con il canto traducono anche il Vangelo in modo vivente, aiutano a compiere quell’esercizio spirituale che Ignazio di Loyola ha definito “guardare e contemplare”. Voi aiutate a immedesimarsi, a smuovere le emozioni, a rendere presente l’esperienza di Gesù nei momenti importanti della sua vita”. E poi un riferimento alle parole che Papa Francesco ha destinato proprio alle confraternite, riguardo l’organizzazione di momenti formativi, alla frequenza assidua ai sacramenti, l’invito alla vita di preghiera, affinché le tradizioni liturgiche siamo animate da una vita spirituale intensa e caratterizzata da un impegno concreto: “Il Santo Padre ha fissato tre punti fondamentali: camminare sulle orme di Cristo, camminare insieme nella Chiesa e testimoniare insieme la nostra fede. Ed è quello che compiamo anche nel percorso della visita pastorale. Le parrocchie non si devono chiudere esse fanno parte di un unico corpo che è la Chiesa. E non è teoria o ideologia, parliamo della Chiesa, dell’unità della Chiesa. Occorre che le parrocchie camminino insieme con la diocesi, che è la Chiesa particolare. Viviamo l’esperienza della missionarietà, paradigma della vita cristiana, camminare annunciando il Vangelo. Le confraternite esprimono una vocazione specifica del laico, hanno il ruolo centrale di testimoniare la presenza di Gesù nell’ambiente in cui si vive. Per questo è importante rendere l’ambiente delle confraternite gradevole ai giovani, e questa è la trasmissione. Voi potete essere discepoli missionari, facendo bene il vostro servizio potete avvicinare coloro che sono lontani, in sintonia con il parroco e in comunione col vescovo. Grazie per ciò che fate. Vi lascio questo messaggio: rigenerate e camminate insieme”.
Al termine dell’incontro nella “Casa del Fanciullo” il corteo si è spostato all’ingresso del paese dove, nei pressi della roccia che ospita una croce installata nel 2005 e dove ogni anno si celebra la Festa della Croce, monsignor Saba ha presieduto la Santa Messa. “La visita pastorale – ha detto nell’omelia – serve a risvegliare l’evangelizzazione, l’impegno per il cammino insieme della Chiesa. È bello essere qui, in questo posto significativo dove si celebra la memoria della Santa Croce. Grazie alle frazioni di San Lorenzo e Santa Vittoria che ci accolgono. Sperimentiamo l’esperienza di camminare insieme interiormente, camminiamo incontro al signore e lui cammina incontro a noi col volto della Misericordia. Importante sottolineare la bellezza e la gioia della Festa della Croce. L’esperienza della Croce non è stata un luogo di festa perché per Gesù ha significato dolore e sofferenza. Essa è divenuta però un luogo di festa perché Dio l’ha resa tale. L’amore di Dio, infatti, è venuto incontro alla creatura umana. Gesù è morto in croce per la salvezza degli uomini. Avviene nel segno della Croce la festa della nostra ascesa al cielo, dell’incontro con Dio. Nell’umiltà del patibolo Dio ci ha voluto mostrare la sua vicinanza totale ed estrema, egli è disceso perché noi lo incontrassimo. Il cammino, dunque, non è esteriore. È un cammino che Dio compie verso di noi e noi verso di lui. La Croce diventa luogo di festa perché luogo di incontro tra Dio e la creatura umana. Gesù è testimonianza dell’amore di Dio. Egli discende tra noi perché desidera che nessuno vada perduto, Dio ha a cuore ogni persona, ogni individuo, ogni creatura umana. Il suo desiderio è quello di raccogliere, non di disperdere. La Missione della Chiesa è di radunare, se la Chiesa disperde anzi che riunire e raccogliere allora non è quella di Gesù. Camminiamo, dunque, sulle orme di Cristo, facciamolo nella Chiesa per testimoniare insieme la nostra fede”. E poi ancora un monito per le confraternite: “Le confraternite sono segno di incontro e vicinanza della Chiesa, la fede che diventa prossimità. Teniamo a mente due parole: Liturgia e Carità, il mistero che diventa amore. Cristo è stato crocifisso, avete il delicato è importante compito di non trasformare in folklore un amore così grande, di chi ha donato la sua vita per tutti noi. Il Mistero della Pasqua è questo. Le Confraternite, dunque, non vivano intensamente solo la Settimana Santa. Il mistero della morte di Gesù viene celebrato ogni settimana e la Domenica è la Pasqua della settimana. Il mio incoraggiamento è quello di proseguire. Grazie per il servizio che svolgete, nell’unita, affinché la Chiesa cammini insieme. E questo è un punto centrale della visita pastorale e del cammino sinodale”.