Nella tarda mattinata di lunedì 17 aprile l’Arcivescovo Gian Franco Saba ha partecipato all’incontro con l’Amministrazione Comunale, i rappresentanti delle associazioni civili e militari nell’Aula Consiliare di Chiaramonti. Dopo i saluti del vicesindaco Luigi Pinna si è aperto il confronto con la presentazione del lavoro svolto dalle varie associazioni culturali, sportive e di volontariato del paese. “La visita pastorale non è un atto formale, l’incontro non è solo un atto dettato dalla circostanza della visita: si intende favorire il dialogo tra la realtà ecclesiale e quella sociale che si esprimono in diversi ambiti e contesti. Alcune realtà sociali, come ho potuto apprendere da voi stessi, sono emerse da attività parrocchiali perché in contesti così piccoli spesso queste realtà coincidono. Occorre comunque distinguere le sfere per opportunità, la sana laicità va sempre custodita. La persona umana si esprime in diversi modi e quella legata alla fede è molto importante ed è trasversale”, l’intervento dell’Arcivescovo che poi ha continuato facendo riferimento all’ultimo messaggio alla città e al territorio: “Uno dei punti chiave è la partecipazione alla costruzione della vicenda umana, questo dovrebbe avvenire affrontando i temi e i problemi della comunità umana stessa. Si viene da una storia nella quale spesso si distingueva la vita della parrocchia dal resto della società. Distinguere gli ambiti serve ma occorre guardare la persona umana in modo integrale. Oggi i nostri paesi vivono un grande cambiamento, una profonda riconfigurazione. Questo riguarda tutta la comunità umana: le diverse forze sociali sono chiamate a riunirsi insieme per affrontare questo aspetto. E proprio per questo che è importante dialogare con la parrocchia e con la diocesi. Riflettere e agire affinché non si viva di soli pensieri, riabituiamoci alla dimensione del coinvolgimento. Un’altra questione importante è l’irresponsabilità sociale: le realtà in gioco devono sempre collaborare e rispondere in modo responsabile alle domande che oggi interpellano la nostra società. Un patto educativo e un’alleanza educativa servono a portare avanti il progetto di Comunità ed è un discorso mai più che attuale in questo tempo del sinodo della Chiesa. Il pluralismo nella società è una cosa buona, ma è chiamato a convergere verso progetti unitari, verso una partecipazione comune. La parrocchia è una cellula di un corpo che è la Chiesa diocesana. Le cellule non possono non essere connesse tra loro, altrimenti il corpo si ammala, affronta una crisi. E tutto deve avvenire nel rispetto del pluralismo. Nel corso del tempo spesso ci si è dimenticati che la risorsa principale, spesso venuta meno, è la persona umana. Le cellule animano un corpo insieme, in modo congiunto, non da sole. Le nostre comunità sono chiamate a uscire verso la prospettiva che Papa Francesco chiama travaso di memoria: come trasmettere alle nuove generazioni per essere rigenerativi. Il messaggio che vi lascio è quello di non fermarsi alla visita pastorale. Entriamo nella progettualità, coinvolgiamo affinché il cammino sinodale possa entrare nelle comunità”.
Nel pomeriggio l’Arcivescovo Gian Franco ha presieduto la celebrazione eucaristica presso il Centro Anziani con amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi in occasione della visita pastorale a Chiaramonti.