Pubblichiamo di seguito l’editoriale scritto dall’Arcivescovo per il quotidiano “La Nuova Sardegna”, edizione di venerdì 3 giugno.
La sera di sabato prossimo, al termine della Veglia di Pentecoste, che inizierà alle 20,30 nella cattedrale di Sassari, insieme ai fedeli della nostra diocesi «mi metterò in cammino» per raggiungere la basilica dei Santi Martiri Turritani a Porto Torres dove, intorno alle 3, celebreremo la Messa del Pellegrino per i Santi Gavino, Proto e Gianuario, martirizzati a Turris Libisonis, l’odierna Porto Torres, nel 303 d.C. sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano. Un cammino che farò non da solo, ma condiviso, da fare insieme, con un invito rivolto a tutti e in particolare ai giovani. Un cammino per conoscere e incontrare gli altri, specialmente chi è diverso per cultura o fede religiosa, che possiamo fare dopo due anni di interruzione a causa dell’emergenza pandemica.
Il pellegrinaggio notturno che compiremo ha origini molto antiche, come attesta una pubblicazione del 1620 a firma del canonico Francisco Rocca. Il percorso si snoderà lungo la strada statale 131, mentre in passato seguiva l’ultimo tratto dell’antica strada romana che collegava Turris Libisonis con Karales (Cagliari).
Ricordo che il termine peregrinus indica letteralmente “colui che attraversa i campi” (per ager, in latino) e il pellegrinaggio è un “viaggio” particolare, un andare verso una meta anche attraverso percorsi tortuosi e disagevoli. Si tratta di un’esperienza presente presso molti popoli e altrettante religioni, perché in tutte le culture gli uomini hanno sentito – e ancora oggi sentono – la necessità di muoversi per avvicinarsi ai propri dei, raggiungendo luoghi di culto che sono spesso lontani. La distanza, in qualche modo, è proprio sinonimo di “andare oltre”, al di là e al di fuori dell’esperienza quotidiana, per sperimentare la dimensione della sacralità.
Il cristianesimo ha mantenuto la ritualità del pellegrinaggio arricchendola di significati specifici. Il pellegrinaggio cristiano è legato, in primo luogo, a una meta che custodisce una specifica e importante testimonianza sacra. A Porto Torres la tomba dei Santi Martiri Turritani è da sempre considerata una fonte di grazia, che dà nutrimento e conforto a chi vi si accosta con fede durante il faticoso pellegrinaggio terreno. In secondo luogo, il pellegrinaggio cristiano è legato a uno scopo, che è principalmente quello di chiedere perdono e sperimentare una rigenerazione. Farsi pellegrini è quindi un gesto d’amore, proiettato fuori dallo spazio e dal tempo, in risposta all’atto d’amore ricevuto nella vita.
Ancora oggi la basilica dei Santi Martiri Turritani, “luogo dello spirito”, continua a parlare al cuore di tutti, credenti e non credenti. L’esperienza del mettersi in cammino verso questa meta aiuta non solo a riscoprire la vita anche nel senso più naturale, ma ad aprirci all’esperienza della sua forma soprannaturale. «Cercare Dio con cuore sincero… ci aiuta a riconoscersi compagni di strada, veramente fratelli», afferma papa Francesco. Desidero rivolgere l’invito a tutti, ma in particolare ai giovani, per condividere un tratto di strada insieme che possa inaugurare un’occasione d’incontro, di conoscenza e l’inizio di un cammino per collaborare alla fraternità sociale, dire apertamente e con coraggio un no alla guerra, esprimere la nostra solidarietà per chi oggi vive la tragedia di una guerra sacrilega. Il nostro camminare insieme significa compiere un gesto per non lasciarsi anestetizzare davanti alle diverse forme di violenza, di esclusione sociale e di abbruttimento umano. Nella consapevolezza che il cammino è fatica e che bisogna proseguire verso la meta, lontani dalla via del possesso e dalla logica dell’egoismo.
Quando si cammina insieme, guardando una stella, ascoltando una voce, seguendo le orme di altri passi, si apprende la vita, si conoscono le persone, si sanano le ferite. Proprio come avviene per i bambini quando iniziano a fare i loro primi passi: insieme alla fatica e a qualche caduta sperimentano anche la gioia di aver raggiunto la propria meta.
+ Gian Franco Saba
Arcivescovo Metropolita di Sassari