ANNO A – VI DOMENICA DI PASQUA

At 8,5-8.14-17 | Sal 65 | 1Pt 3,15-18 | Gv 14,15-21

Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA

Il complimento che più riempie d’orgoglio il cuore di una donna o di un uomo è senza dubbio «somiglia a te», quando queste parole descrivono i tratti somatici di un figlio. Appena una vita viene alla luce inizia la dolce sfida tra genitori, perché parenti ed amici si schierino per l’una o per l’altra parte: il taglio degli occhi, la forma delle labbra, del naso, della fronte diventano terreno di conquista su cui giocare la partita del «è mio figlio». Vale anche tra insegnanti e alunni, tra professionisti e tirocinanti, tra artisti e apprendisti: vedere il meglio di sé prendere forma nell’esistenza altrui è come amplificarla perché il tempo non la conquisti. Il Vangelo oggi spiega così il rapporto tra Gesù ed il Padre, che riverbera nei discepoli attraverso lo Spirito: qualcosa si dilata a partire da Dio sino alla sua creatura e così succede che «chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Ecco il «compiacimento» del Battesimo al Giordano e come, per il dono di quel medesimo Spirito, lo stesso miracolo di approvazione sia alla portata di chi si muove sui passi del Signore. «Voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me ed io in voi», perché l’immagine e somiglianza con il Creatore avrà trovato in Cristo la «via» con cui il nostro riflesso può raccontare Dio.

Leggi le altre riflessioni domenicali sulla Parola di Dio