Domenica 16 febbraio, nel Convegno catechistico regionale di Arborea, la Chiesa Sarda riflette seriamente sulla disabilità con la prospettiva di passare dall’indifferenza e dall’imbarazzo a orizzonti di possibilità nuove. Oltre settecento catechisti hanno risposto alla chiamata delle singoli diocesi formando a loro volta un caleidoscopio di diversità unite dalla medesima volontà operativa: nella mattina, due relazioni hanno messo a fuoco il rapporto tra catechesi e disabilità per la loro promozione umana attraverso l’inclusione, l’integrazione, la corresponsabilità. La professoressa Fiorenza Pestelli della Diocesi di Pesaro, e membro dell’Ufficio Catechistico Nazionale, ha segnalato gli atteggiamenti che devono caratterizzare una comunità nell’apertura ai disabili. Il prof. Roberto Franchini, attraverso una documentazione accurata di immagini e di testi, ha poi proposto alcune linee portanti promuovendo il metodo della narrazione. Nel pomeriggio tre testimonianze illuminanti tra cui quella di Franco Santoro, Direttore della  Associazione Italiana Ciechi e Ipovedenti per la zona nord: cieco dall’età 31 anni ha descritto la ricchezza  della sua esperienza umana davanti alla quale sceglieva la strada della valorizzazione scaturita dalla nuova condizione di vita: il buio degli occhi può diventare luce interiore, splendore dell’anima capace di vedere a colori le persone, gli avvenimenti.

L’arcivescovo di Oristano e Amministratore Apostolico di Ales Terralba Mons. Roberto Carboni, ha presieduto l’assemblea liturgica conclusiva, concelebranti i Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani e il Direttore dell’Ufficio Catechistico Regionale don Luigi Delogu.