ANNO A – BATTESIMO DEL SIGNORE
Is 42,1-4.6-7 | Sal 28 | At 10,34-38 | Mt 3,13-17
Ufficio Comunicazioni Sociali – don Michele MURGIA
Ci sono abitudini, tradizioni, consuetudini che nascono per offrire al ritmo dell’esistenza la stabilità di un mondo conosciuto, di un equilibrio sicuro, il conforto di uno schema in cui ogni cosa giusta è già al proprio posto. Questo principio vale anche per la sfera delle espressioni della religiosità, anzi soprattutto gli ambiti religiosi si dimostrano particolarmente adatti allo sviluppo di questo tipo di sicurezze. Il racconto del Battesimo di Gesù, come già nelle difficoltà dell’alloggio a Betlemme, evidenzia una difficoltà a comprendere che «ogni giustizia» implica adattamenti imprevisti, aggiustamenti che appaiono in contraddizione con le regole consolidate che costituiscono le prassi e la mentalità con Giovanni è abituato a confrontarsi e ad agire. Ciò che è dato per certo, il motto del «si è sempre fatto così», prova a manifestare le proprie resistenze di fronte Gesù, ma nel momento stesso in cui cede il passo, il Cielo si apre e l’inaudito accade, in modo assolutamente nuovo e sorprendente. Possibile che l’attività del Battista, nata per condurre gli uomini a Dio, blocchi proprio il Signore? Possibile che Gesù ceda alla “tentazione” di Giovanni? No! E infatti «lo lasciò» e Gesù può continuare a procedere sulla via del Padre, che esprime di conseguenza tutto il suo compiacimento.